Moda femminile in calo dell’1% nel 2013. Delude la domanda interna, in crescita l’export
settembre 9 | Pubblicato da Luigi Sorreca | NewsL’andamento della moda femminile italiana conferma le stime: nel 2013 il settore (che incide per il 24% sul fatturato della filiera tessile-moda) ha accusato un calo dell’1%, scendendo al di sotto dei 12,2 miliardi di euro. Migliorano le esportazioni (+2,9%), mentre rallentano i consumi interni (-7,1%). +2,3% l’export nei primi quattro mesi del 2014.
Come spiega uno studio di Smi, il segmento più importante del comparto, il vestiario esterno (61,9% del turnover della moda donna complessiva), ha registrato un decremento medio annuo superiore alla media (-2,1%), mentre sia la pelle sia la maglieria si sono mosse in area positiva. Valori stabili per la camiceria (-0,2%).
A incidere negativamente sui risultati è stata ancora una volta la domanda interna, con consumi, nel 2013, peggiorati del 7,1%.
Un trend negativo controbilanciato dalle performance messe a segno all’estero, che hanno concorso al 57,7% del giro d’affari del settore: l’aumento su base annua è stato del 2,9%. Per contro l’import ha mantenuto un trend negativo, con un -3%. L’attivo commerciale del comparto guadagna così oltre 310 milioni di euro, superando i 3,3 miliardi di euro.
L’export rimane una voce positiva anche per i primi quattro mesi del 2014: i ricavi oltreconfine del womenswear hanno evidenziato un aumento pari al +2,3%. Stesso andamento per l’import, avanzato del 5,8%.
Il settore, come sottolinea l’analisi, mantiene nel gennaio-aprile un ampio surplus commerciale con l’estero (nel primo quadrimestre pari a 1,083 miliardi di euro), pur manifestando un calo di circa 20 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2013.
A corrente alternata l’andamento delle esportazioni verso l’Ue, in progresso del 4%, e delle aree extra-Ue, che non vanno oltre un +0,6%.
Entrando nello specifico, Francia e Germania – rispettivamente primo e terzo mercato di sbocco della moda femminile made in Italy – segnano nel quadrimestre rispettivamente un +0,2% e un +2,6%, il Regno Unito avanza del 16,8% e i Paesi Bassi dell’8%, mentre la Spagna si conferma in linea con il 2013 (-0,1%).
In ambito extra-Ue, la Russia – pur restando il secondo mercato di sbocco – accusa, complice la delicata situazione politica, una perdita pari all’11,3% (in flessione del 15,7% l’Ucraina). Continuano a dare soddisfazione mercati importanti come quello americano, con una crescita che viaggia a un ritmo del +10%, accanto a Cina e Hong Kong, che registrano rispettivamente un +21,6% un +32,5%. Perde posizioni il Giappone, con ricavi in calo del 12,4%.
Passando all’analisi dei principali Paesi fornitori, nei primi quattro mesi del 2014 le importazioni dalla Cina tornano in area positiva (+0,6%), assicurando il 21,3% dell’import settoriale.
La Francia (+4,6%) si conferma il secondo fornitore davanti alla Romania, che arretra invece del 3,2%. In netta crescita il Bangladesh (+26,7%) e l’India (+8,2%). In contrazione invece l’approvvigionamento dalla Turchia (-9,7%), dalla Tunisia (-14,9%) e dalla Bulgaria (-11,9%). Boom della Croazia, che sperimenta un +40,1% (nella foto, la sfilata di Dolce & Gabbana per l’autunno-inverno 2013/2014).