Caso Fada, la preoccupazione degli industriali pratesi
giugno 4 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoNon c’è da stupirsi per quello che succede alla tintoria Fada. Non conta la nazionalità né di titolari né di lavoratori: quando sussistono situazioni di illegalità come quella che sembra esserci in quella impresa – fatte salve le doverose e necessarie verifiche che faranno le autorità – si creano tensioni che possono sfociare in proteste.
Il caso-Fada deve costituire uno stimolo a tenere alta l’allerta sul tema della legalità nel conto terzi tessile. Questo segmento così importante, anzi fondamentale, della filiera pratese ha visto nel tempo emergere fenomeni crescenti di irregolarità che vanno da quelli particolarmente gravi che investono i rapporti di lavoro e la sicurezza fino a problemi come l’evasione e il mancato pagamento di servizi, che costituiscono comunque fattori di concorrenza sleale. Rifinizioni, tintorie, stamperie, ma anche filature e altre lavorazioni devono diventare delle “osservate speciali”, a tutela della filiera tessile sana del distretto.
“Non possiamo né vogliamo entrare nel merito della vicenda Fada, di cui ovviamente ignoriamo le specificità – commenta il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini -.Tuttavia quello che sta accadendo è l’ennesimo preoccupante segnale che viene da un comparto strategico per Prato. L’impegno per il lavoro sicuro è stato ed è importante: lo sosteniamo ritenendolo un passaggio fondamentale sulla via del recupero della legalità. Però bisogna cominciare a dire che questo genere di verifiche non basta. Quello che succede nelle aziende ha tanti aspetti in cui si possono riscontrare irregolarità, che a loro volta generano concorrenza sleale. Intensificare gli sforzi non è più un’opzione: ormai è una necessità urgente.”