Filiera allo stremo: artigiani e commercianti propongono linee guida al governo
aprile 8 | Pubblicato da Luigi Sorreca | NewsA seguito dell’incontro del 5 aprile tra il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, e l’On. Benedetta Fiorini, Segretario della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati, con il Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi e il Segretario Generale, Massimo Torti; il Presidente di Confartigianato Moda, Fabio Pietrella e il Responsabile nazionale Guido Radoani; il Presidente di Cna Federmoda, Marco Landi e il Responsabile nazionale Antonio Franceschini, sono emerse le seguenti linee guida per la sopravvivenza della filiera della moda e delle imprese tanto manifatturiere quanto commerciali del tessile, abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori.
Tutti i rappresentanti delle categorie commerciali, artigianali e delle PMI presenti, hanno manifestato il forte disagio economico e psicologico che non è stato per nulla superato dal Decreto Sostegni e, anzi, si è acuito con il prolungamento del lockdown.
Ė emersa la necessità di un deciso cambio di paradigma ed una nuova strategia per salvare le imprese, il tessuto economico e l’occupazione nella filiera di settore di cui le tre Associazioni firmatarie intendono farsi da traino per rilanciare il sistema moda nazionale e le eccellenze del Made in Italy.
Tra i vari temi discussi:
1. Ė stata chiesta la riapertura immediata dei negozi di moda in fascia rossa, come già avviene in altre parti d’Europa, su appuntamento oppure trovando soluzioni come in diverse fasce orarie o permettendo l’ingresso ad una sola persona alla volta o dal lunedì al venerdì, sempre osservando le linee guida per i negozi al dettaglio e il Protocollo di cui sopra. Anche il credito d’imposta sui canoni di locazione degli esercizi commerciali prevista nella legge di conversione del DL Ristori è una richiesta che va riproposta per le aziende della moda che sono state costrette alla chiusura in fascia rossa, almeno per i primi quattro mesi del 2021.
2. Sul fronte degli indennizzi è stata sollevata la questione della selettività e della scarsità delle risorse per le imprese della moda.
Si è evidenziata l’esigenza di dare attuazione a quanto previsto dall’art. 48 bis DL n. 34/2020 (Decreto Rilancio) convertito con Legge n 77/2020 in materia di rimanenze di magazzino.
Sulla selettività degli ultimi sostegni, è stato evidenziato il problema della soglia minima del 30% della perdita di fatturato per l’accesso ai contributi. Soglia estremamente penalizzante per un settore che – a differenza delle altre attività – ha arginato le perdite di fatturato facendo ampio ricorso a sconti, promozioni e saldi che hanno sì abbassato le perdite, ma eliminato pesantemente i margini che permettono ad un’impresa di stare sul mercato.
3. A sostegno e stimolazione della domanda interna di prodotti moda è stata messa sul tavolo la proposta di introduzione di un’aliquota agevolata temporanea del 10% e di detrazioni fiscali dedicate al consumo sulla scia di quanto messo in campo nei settori edilizia ed automobili (ecobonus) e mobile/arredo (bonus mobili).
L’incontro ha riguardato inoltre formule di rilancio del settore moda con interventi di innovazione sul PNRR con particolare riferimento ai giovani e alla occupazione a forte prevalenza femminile, al sostegno e rilancio delle fiere di settore italiane e alla valorizzazione degli aspetti socio-culturali che il settore moda storicamente rappresenta nei più importanti distretti produttivi del territorio nazionale.
“Registriamo positivamente un approccio politico più sensibile al nostro settore, dopo più di un anno di latitanza” evidenzia il Presidente Pietrella per Confartigianato Imprese, precisando che “l’esistenza stessa di un comparto che rappresenta economicamente, socialmente e culturalmente il nostro Paese nel mondo, ha urgentissima necessità di misure ad hoc che abbiamo messo sul tavolo.”
Il Presidente Marco Landi di CNA Federmoda sottolinea che “Per le migliaia di imprese moda vanto del nostro Paese, la pandemia ha rappresentato una vera guerra. Adesso è urgente prendere misure ad hoc che permettano alle imprese di ripartire dando il respiro necessario. Confidiamo nella sensibilità del Governo per moratorie e riaperture in sicurezza per salvaguardare un patrimonio di storia e competenze.”
Anche Confcommercio si mostra fiduciosa attraverso le parole del Presidente Borghi: “Confidiamo che quest’incontro promosso dal Governo sia prodromico a risposte concrete e positive anche sul contenuto dei nostri emendamenti.”
In particolare per quanto riguarda la riapertura delle fiere è stato messo in evidenza come questo sia fondamentale per la ripartenza del settore e come dal punto di vista organizzativo si sia in grado di organizzare le esposizioni in sicurezza, lo si è visto anche nel settembre e ottobre 2020 quando prima delle norme che imposero la chiusura furono realizzati eventi in diversi quartieri fieristici senza creare problematiche alla situazione sanitaria.
I rappresentanti delle Associazioni partecipanti all’incontro hanno evidenziato al Sottosegretario Borgonzoni ed all’on. Fiorini come la moda, nonostante il particolare valore che rappresenta per il Paese non ha trovato fin qui un adeguato ascolto, è auspicabile che ora ci sia una particolare attenzione in quanto sono necessari interventi urgenti e di sistema per tamponare una emorragia in termini occupazionali e di numero d’imprese che potrebbe compromettere la tenuta complessiva del settore in Italia con un conseguente depauperamento in termini economici e sociali.
Il clima di fiducia è corroborato dalle parole del Sottosegretario Borgonzoni “per la prima volta il Ministero della Cultura attiverà dei bandi per le imprese creative del settore Moda e, grazie al Ministro Giancarlo Giorgetti, si parla del settore quale filiera.
Stiamo lavorando anche all’istituzione di un tavolo che comprenda tutti gli attori del settore, per individuare gli strumenti più adatti a tutelare e valorizzare questa nostra grande eccellenza”.
Conclude l’On.Fiorini “La moda è un asset strategico dell’economia italiana e deve trovare sempre più centralità nell’agenda del Governo. Investire in questo settore e nella filiera, significa investire nel Paese. Non possiamo permetterci di perdere ulteriori posti di lavoro, mettere a rischio tante piccole e medie aziende, ora più che mai nel mirino di fondi stranieri, e perdere quelle figure professionali uniche che costituiscono il pilastro di tanti mestieri specializzati, tradizioni, eccellenze che rappresentano il know-how italiano e il Made in Italy nel mondo.”