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SMI: la filatura continua il suo trend negativo

luglio 1 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Carpi, Como, News, Prato

Nei primi quattro mesi del 2015 l’indice di produzione industriale relativo alla filatura mostra, secondo i dati Istat rielaborati da Sistema Moda Italia, una flessione pari a -8,5%. Con riferimento, invece, al trade con l’estero nel periodo gennaio-marzo 2015, l’export della filatura resta interessato da una dinamica di segno negativo ed accusa una nuova flessione, corrispondente al -4,1%.

Nel medesimo periodo l’import registra, invece, una crescita dell’1,2%. Il saldo trimestrale risulta dunque negativo per 11,6 milioni di euro. In relazione ai principali mercati di sbocco, Hong Kong primeggia sempre per i filati di lana cardati (assorbe il 31,3% del totale esportato dall’Italia) tornando, peraltro, interessato da una dinamica positiva pari al +15,6%. Crescono anche le vendite dirette in Regno Unito (+20,6%), Tunisia (+36,9%) e Portogallo (+56,1%); al contrario, la Croazia perde quasi il 50%.

Anche l’export di filati pettinati vede al primo posto Hong Kong, in crescita del +9,1%; la Romania, scesa in seconda posizione, flette invece del -33,1%; Germania e Francia cedono rispettivamente il -6,5% e il -20,1%, mentre la Repubblica Ceca accelera al +21,9%.

Nel caso dei filati chimico-lana, Turchia e Croazia sperimentano decrementi dell’export italiano, nella misura del -1,8% e del -1,1%. Crescono, invece, le esportazioni dirette ad Hong Kong (+38,6%), Francia (+14,1%) e Romania (+64,8%). Relativamente ai maggiori sbocchi dei filati di cotone, i primi due mercati, ovvero Germania e Repubblica Ceca, risultano in flessione, l’una del -3,8%, l’altra del -9,1%. Incrementi double-digit interessano, invece, l’export diretto in Austria (+22,5%), Croazia (+18,3%) e Regno Unito (+37,7%).

Nel 2014, per il terzo anno consecutivo, l’industria italiana della filatura aveva archiviato un risultato negativo, sperimentando comunque una progressiva decelerazione. Nel 2014 il turnover settoriale cala del -2% su base annua e si porta a 2,9 miliardi di euro circa.

Lo rende noto Sistema Moda Italia, evidenziando, alla vigilia di Pitti Immagine Filati, che il bilancio settoriale risente del basso favore incontrato in ambito sia nazionale sia estero: se sui mercati internazionali il filato made in Italy ha faticato ancora, a livello italiano la domanda è rimasta comunque debole, depotenziando così le performance settoriali.

La filatura laniera si conferma il comparto preponderante, concorrendo all’81,4% del turnover settoriale, mentre il filato di cotone copre il 15,6%. Analogamente al fatturato, anche il valore della produzione risulta in flessione, facendo registrare una variazione tendenziale del -2,7%. Nel corso del 2014 l’export è rimasto caratterizzato da dinamiche di segno negativo: in diminuzione del -3%, scende a quota 871 milioni di euro (valore che aveva nel 2008). Sul dato di comparto incide in particolare il risultato della filatura laniera, che ha assistito ad un deterioramento del ritmo di calo, dal -3,1% del 2013 al -5,6% del 2014. Di contro, è tornato positivo il fatturato estero della filatura cotoniera (+1,9%), mentre quello della filatura liniera ha mostrato un rimbalzo, nell’ordine del +19,3%. Contestualmente, l’import di filati ha chiuso l’anno confermando i livelli del 2013 (+0,3%), corrispondenti a 830 milioni di euro circa. Di conseguenza, il saldo commerciale della filatura italiana si mantiene positivo, ma cala sensibilmente, scendendo a 38 milioni di euro.


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