La fiiliera della pelle risente del crollo del mercato russo
febbraio 4 | Pubblicato da Luigi Sorreca | NewsL’export italiano verso la Russia della filiera della pelle, dopo il picco toccato nel 2013, si è quasi dimezzato nel 2015: si è passati dagli 811 milioni del 2013 ai 428 del 2015. Import e consumi russi risultano ancora deboli in questi primi giorni del 2016 e si prevedono solo in lieve recupero nel 2017.
Anche in prospettiva sarà sempre più cruciale puntare sulla qualità, nei prodotti di fascia alta dove l’Italia ha guadagnato quote di mercato, e sulla differenziazione produttiva. Sono alcuni dei dati emersi dall’incontro tenutosi il 2 febbraio scorso ad Ancona, organizzato da Sistema Moda Italia e Confindustria Ancona, con la collaborazione di Intesa Sanpaolo e Banca dell’Adriatico, sulla grande opportunità rappresentata dal mercato della Russia per il sistema imprenditoriale della moda marchigiana. Anche le Marche, infatti, sono state interessate dal crollo dei flussi verso la Russia (329 milioni nel 2013 e 166 nel 2015) in maniera più intensa rispetto al resto d’Italia.
L’iniziativa si colloca nel quadro dell’accordo tra il Gruppo Intesa Sanpaolo e Sistema Moda Italia per promuovere a livello mondiale le eccellenze del Made in Italy e supportare le strategie di internazionalizzazione delle imprese del settore, per la maggior parte Pmi e dunque meno attrezzate a penetrare nei mercati più complessi.
Il mercato russo resta una delle maggiori economie a livello mondiale con 140 milioni di consumatori, con un sistema produttivo interno ancora orientato verso l’industria pesante solo parzialmente in grado di far fronte alla crescente domanda di beni di consumo, ma anche di prodotti alimentari più raffinati di una classe media in continua espansione e con crescente capacità di spesa. Questa situazione crea interessanti opportunità di esportazione e di produzione in loco per i prodotti tipici del Made in Italy quali l’abbigliamento-scarpe-pelletteria, gli arredi, l’elettronica al consumo e i prodotti alimentari d’eccellenza.
“Nonostante il contesto difficile, il mercato russo – ha affermato Andrea Lardini, consigliere all’internazionalizzazione di Confindustria Ancona - resta indubbiamente attratto dalla qualità e dallo stile dei prodotti Made in Italy.Le nostre imprese, pur tra mille difficoltà operative, continuano ad essere presenti in Russia forti proprio del fatto che il mercato prima o poi ripartirà e allora sarà necessario farsi trovare pronti e preparati. Nell’ambito del progetto speciale Russia messo a punto da Sistema Moda Italia, Confindustria Ancona è fermamente convinta del ruolo irrinunciabile e strategico del mondo del credito a fianco delle imprese”.
“Dopo la crescita ripartita nel 2010 e il ‘picco’ conseguito nel 2013 (quasi 1,5 miliardi di euro), l’export italiano di TM in Russia – ha evidenziato Gianfranco Di Natale, direttore generale di Sistema Moda Italia - sperimenta un trend cedente nel 2014-2015. Nonostante ciò, resta nella Top 10 dei mercati di sbocco per la moda femminile, con una quota del 6% circa sul totale di comparto esportato. In particolare, per la regione Marche le difficoltà sul mercato russo si sono rivelate più forti rispetto alla media nazionale”.“L’export di TM da questo territorio – ha proseguito - ha infatti segnato nel 2015 - ha aggiunto - una flessione superiore al 40% rispetto all’anno precedente (contro una media nazionale del -33.5%). Nell’ottica di mantenere e consolidare le importanti quote che le nostre produzioni hanno sempre avuto in Russia e sostenere i nostri imprenditori, soprattutto in questo difficile momento congiunturale, Sistema Moda Italia, con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e la determinante collaborazione dell’Agenzia ICE, ha realizzato un Programma Speciale sulla Federazione Russa, mercato che ha sempre rivestito un ruolo prioritario per l’export dell’abbigliamento/moda italiano”.
“Il grande mercato russo rappresenta – ha sottolineato Roberto Dal Mas, direttore generale di Banca dell’Adriatico - ancora un’importante opportunità sul fronte dell’internazionalizzazione che può consentire alle imprese della nostra regione di affrontare con successo l’attuale difficile fase di ripartenza dell’economia”.”Oggi la competizione è globale ed è su questo piano che le imprese devono operare per essere concorrenziali. Vogliamo confrontarci direttamente con gli imprenditori per valutare insieme le modalità più adatte per accompagnarli all’estero”, ha concluso.