Pitti Filati 82, le aziende pratesi preoccupate per l’aumento delle materie prime
gennaio 22 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoI produttori di filati pratesi alla prova di Pitti: rinnovata fiducia ma qualche preoccupazione per i prezzi delle materie prime e per l’andamento delle valute
La consueta altalena delle tendenze moda sta portando i produttori di filati pratesi a un consolidamento della loro posizione, dopo che nelle ultime stagioni la maglieria aveva segnato il passo.
La congiuntura del terzo trimestre 2017 (l’ultima disponibile nelle analisi del Centro studi di Confindustria Toscana Nord) è infatti all’insegna di una sostanziale stabilità, con un -0,9% che rappresenta un andamento decisamente superiore rispetto alla tendenza media della produzione di filati nazionale (-5%). Un risultato apprezzabile, quindi, dovuto soprattutto al buon andamento degli ordini dal mercato interno che hanno segnato un ottimo +6%.
L’edizione invernale di Pitti Filati (primavera-estate 2019) che si aprirà il prossimo 24 gennaio parte quindi all’insegna di una rinnovata fiducia, anche se sui listini delle imprese si faranno sentire gli effetti dell’andamento delle valute e in particolare il forte apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro USA, moneta quest’ultima utilizzata per i prezzi verso il mercato americano e di altri paesi extra-europei. A questo si aggiunge l’impennata dei prezzi delle materie prime, soprattutto pregiate: le aste della lana australiana stanno stracciando ogni record precedente e hanno iniziato il 2018 superando i livelli già clamorosi del 2017. Stesso andamento anche per le fibre di maggior finezza e pregio come cashmere, alpaca e yak. I fattori in gioco sono il forte incremento della domanda di fibre naturali anche da paesi come la Cina, a fronte di un’offerta che non aumenta e anzi subisce contraccolpi dall’andamento climatico che compromette la produzione dei velli.
“Al prossimo Pitti presenteremo collezioni primaverili-estive con forte presenza di fibre naturali, inclusi lana e peli fini che, assieme all’andamento valutario, incideranno inevitabilmente sui nostri listini – commenta Raffaella Pinori, coordinatrice del Gruppo produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. L’incremento dei prezzi delle lane rappresenta una criticità, ma non del tutto. Intanto è un fenomeno su scala mondiale che incide anche sui nostri concorrenti; e poi è un segnale di grande interesse del mercato verso queste fibre. In tutto ciò che è lana e fibre affini a Prato siamo specialisti, riuscendo a coniugarne la classicità con la nostra capacità di creare prodotti fantasia sempre nuovi. Chi vuole la naturalità e il comfort di queste fibre e nello stesso tempo qualità e proposte sempre nuove troverà a Prato interlocutori attrezzati a soddisfare le sue richieste.”
Le imprese finali produttrici di filati del distretto pratese sono 80 e impiegano 1.300 persone. Il giro d’affari del settore è stimato intorno ai 500 milioni euro di cui più del 40% è rappresentato dall’export; le imprese pratesi sono particolarmente versate nei filati fantasia per maglieria ma vi sono eccellenze anche nella produzione di filati classici, cardati, per tessitura e per aguglieria.