Assemblea ACIMIT, il meccanotessile italiano è pronto per le nuove sfide
luglio 11 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Como, News, PratoNell’annuale Assemblea Generale dei costruttori italiani di macchine tessili sono stati presentati i dati del settore relativi al 2023, che evidenziano un’attività produttiva in calo. Marco Salvadè, presidente ACIMIT: “Le aziende del settore puntano sull’innovazione per cogliere le sfide lanciate dalla transizione sostenibile nella filiera tessile-moda”.
Mantenere il focus sull’innovazione, nonostante le incertezze che caratterizzano l’attuale scenario internazionale. Lo ha ribadito, durante l’Assemblea di ACIMIT, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile, tenutasi a Milano il 9 luglio, il suo presidente Marco Salvadè, presentando i dati dell’industria meccanotessile italiana. Nel 2023 la produzione è diminuita del 16%, attestandosi a un valore di 2,3 miliardi di euro, come hanno fatto anche le esportazioni, anch’esse in calo del 16% (2 miliardi euro). Cina, Turchia, India e Stati Uniti restano le principali destinazioni per i costruttori di macchine tessili italiane. Nel 2023 la domanda di macchinario in questi mercati è stata debole, ma qualche segnale positivo è arrivato nel primo trimestre dell’anno in corso, soprattutto dal mercato cinese, e ancora da Egitto, Pakistan, Brasile e Giappone.
“Il 2024 rappresenterà un anno caratterizzato ancora da molte incognite, commenta Salvadè, dovute soprattutto all’incertezza della situazione geopolitica e alle fluttuazioni della domanda finale”. In Italia, poi, il ritardo nella piena attuazione del piano Transizione 5.0 ha condizionato negativamente la possibile ripresa del mercato. Continua Salvadè: “Ora ci sarà da recuperare il tempo perduto, dato che gli incentivi sotto forma di credito d’imposta saranno validi solo per il biennio 2024-2025”.
In uno scenario internazionale particolarmente complesso e con un mercato ancora poco dinamico il meccanotessile italiano resta comunque leader insieme a pochi altri Paesi, quali Cina, Germania, Giappone. “Il nostro settore è famoso nel mondo per l’affidabilità, il know-how e per la capacità tutta italiana di saper coniugare tradizione ed innovazione, ha ricordato il presidente di ACIMIT”. Accelerare sull’innovazione resta fondamentale, soprattutto per cogliere le sfide che attendono i costruttori italiani nell’accompagnare le aziende tessili in un percorso di transizione sostenibile.
Proprio per evidenziare le opportunità che la transizione green europea apre ai fornitori di tecnologie nella parte pubblica dell’Assemblea ACIMIT si è ha affrontato un tema di forte attualità, quello del riciclo delle materie tessili, a cui i costruttori di tecnologie guardano con attenzione.
Dopo i saluti di benvenuto del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, la discussione è stata introdotta da Aurora Magni, docente LIUC e presidente di Blumine Srl e moderata da Fabio Sottocornola, giornalista del Corriere della Sera. Vi hanno partecipato Grazia Cerini, Amministratore delegato e direttore generale di Centrocot, Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager di Erion Textiles, consorzio del sistema Erion dedicato ai rifiuti di prodotti tessili, Giovanni Santi, Amministratore delegato di Beste e Leader Business Textile Unit di HModa e Marco Salvadè, Presidente Acimit e Presidente dell’azienda di famiglia, Salvadè.
Gli indirizzi legislativi dell’Unione Europea, è stato ricordato nell’introduzione, puntano ad accelerare la transizione ecologica e circolare del comparto tessile/moda con varie azioni: dall’ecodesign alla responsabilità estesa del produttore (EPR), dalla regolamentazione delle esportazioni di rifiuti al divieto di distruzione dell’invenduto e ai green claims. Nel frattempo, si registra una crescente domanda di fibre tessili da riciclo spinta dalle politiche sostenibili dei brand, che non deve essere sottovalutata.
Alle tecnologie spetta, quindi, un ruolo importante nel fornire soluzioni alle imprese impegnate nella nuova filiera della circolarità: dalla selezione e cernita dei capi alle fasi di preparazione fino ai processi di riciclaggio. I relatori hanno convenuto che l’esperienza e le capacità del settore tessile e meccanotessile italiano debbano essere pienamente valorizzate in questa fase così importante per l’intera filiera. Lo dimostrano l’esperienza decennale del distretto di Prato, i nascenti consorzi EPR, ma anche le attività e le sperimentazioni avviate da singole imprese meccanotessili e tessili, impegnate nel rivalorizzare scarti pre e post-consumo in nuovi materiali. Come ha ricordato il presidente Salvadè: “Le imprese meccanotessili intendono incrementare le attività di R&S in questo ambito, collaborando con i propri clienti tessili nella convinzione che la trasformazione circolare dei modelli di business rappresenti anche per i fornitori di tecnologie un’opportunità di aumentare il proprio grado di competitività”.
ACIMIT (Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile) è nata nel 1945 con l’obiettivo prioritario di promuovere l’industria meccanotessile italiana supportandone l’attività in Italia e all’estero. Senza fini di lucro, attualmente riunisce circa 180 aziende produttrici di macchine tessili, suddivise nelle diverse categorie di riferimento: filatura, tessitura, maglieria, nobilitazione e altre macchine. ACIMIT rappresenta un settore industriale che comprende circa 300 aziende (che impiegano quasi 13.000 persone) e che produce macchinari per un valore complessivo di circa 2,3 miliardi di euro, di cui circa l’86% viene esportato. Creatività, tecnologia sostenibile, affidabilità e qualità sono le caratteristiche che hanno reso le macchine tessili italiane leader in tutto il mondo.