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Calano del 15% i finanziamenti alle aziende di Prato e Pistoia

agosto 1 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Il credito a Pistoia e Prato: indagine svolta in comune dalle rispettive Confindustrie. Diminuiscono i finanziamenti accordati e gli utilizzi; aumentano le sofferenze ma soprattutto in settori diversi dal manifatturiero.

Nel quinto anno della crisi i dati sul credito erogato al sistema produttivo continuano ad evidenziare forti elementi problematici. E’ un’operazione sterile stabilire se la riduzione del credito accordato sia causa o effetto della frenata dell’economia.

Di fatto, sia pure con tempistiche e accenti diversi, è visibile l’apertura di una forbice fra accordato e utilizzato. Fra l’inizio del 2009 e la prima parte del 2013 a Pistoia i finanziamenti accordati alle attività produttive sono diminuiti del -10% rispetto a una riduzione dell’utilizzato del -4%. A Prato, rispetto a una flessione dell’accordato del -15% l’utilizzato è diminuito del -9%.

La crisi è nata e si è sviluppata in modo strettamente intrecciato con i dubbi sulla qualità delle attività presenti nei bilanci del sistema finanziario (anche, o forse soprattutto, attività diverse rispetto agli impieghi nel settore produttivo); la prudenza crescente del sistema creditizio riflette una percezione acuta del problema.

E’ meglio pensare alla possibilità di una transizione ragionevole fra una fase in cui le politiche economiche hanno “semplicemente” cercato di scongiurare i peggiori effetti sistemici negativi e una nuova fase, auspicabile, di crescita dell’economia reale. Certamente, il sistema produttivo ha pagato un prezzo anche per problemi nati al di fuori di esso.

Alla ricerca di elementi che potrebbero essere letti in senso favorevole, nel senso di una normalizzazione delle condizioni del credito, troviamo la riduzione del differenziale fra i tassi di interesse a revoca (quelli relativi a fidi per i quali la banca può richiedere il rientro in qualsiasi momento) rispetto alla media nazionale, molto marcato nel caso di Prato, forse anche da leggere alla luce della risoluzione di situazioni di tensione localizzate di una qualche gravità. In senso negativo, il distacco crescente che, sempre nel caso di Prato, riguarda il comparto dei crediti autoliquidanti (quelli costituiti dall’anticipazione di crediti verso terzi non ancora scaduti), farebbe pensare al permanere di valutazioni legate alla percezione di un maggior rischio sistemico nell’area. Infine, è in ogni caso proseguita la riduzione del rapporto fra impieghi e impieghi vivi. La divergenza rispetto al dato nazionale riguarda in modo particolare le piccole e piccolissime aziende, ambito all’interno del quale è stata molto marcata durante l’ultima fase della crisi a Pistoia, mentre è di più vecchia data nel caso di Prato.

La crescita recente delle sofferenze, il cui peso pone in ogni caso un problema rilevante di gestione per il sistema economico nel suo insieme, riguarda essenzialmente comparti diversi da quello delle attività industriali, ma incorpora un’eredità passata il cui peso non può essere facilmente disconosciuto.

Federica Landucci, presidente Confindustria Pistoia, esordisce:

“La preoccupante tendenza della contrazione del credito al sistema imprenditoriale italiano (a maggio -5,4%) non è causata solo dalla debolezza della domanda, ma per dirlo con le parole di Banca d’Italia «continua a riflettere l’elevata percezione di rischio del credito da parte delle banche». A Prato e Pistoia esiste di certo un problema di offerta: dalla nostra indagine diretta presso le imprese emerge infatti una situazione di tensione con il sistema bancario, poiché la quota di imprese che dichiara di non essere riuscita a ottenere il credito richiesto è molto più alta rispetto alla media nazionale, e principalmente per il rifiuto da parte della banca. Questa criticità assume proporzioni importantissime se rapportata alla piccola e piccolissima impresa. Risulta inoltre una correlazione negativa fra dimensione del prestito e livello del tasso, ed è in crescita la percentuale di coloro che pur essendo riusciti a ottenere il credito lo hanno ricevuto a condizioni peggiori. La situazione è tanto più grave se si considera che la stretta creditizia dura ormai da troppo tempo.”

“Nell’interesse comune di banche e imprese, abbiamo bisogno di trovare strumenti per migliorare l’accesso al credito e sbloccare il finanziamento dell’economia reale.” aggiunge il vicepresidente dell’Unione Industriale Pratese Andrea Tempestini “ Il manifatturiero di Pistoia e Prato negli ultimi anni ha generato meno sofferenze di altri settori e non è giusto che l’industria paghi per tutti in termini di disponibilità di credito o di condizioni. L’indagine che presentiamo è anche un modo per aprire il dialogo fra banche e industria locale; nei giorni scorsi abbiamo discusso in maniera proficua i risultati dell’indagine con i rappresentanti del mondo bancario. Un esempio concreto d’intervento nell’interesse comune di banche e imprese è trovare il modo di facilitare l’accesso a tutte le forme di garanzia e controgaranzia, anche pubblica statale come quella del Fondo Centrale di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese. Questo permetterebbe alle aziende di ottenere più credito sia di breve che medio lungo termine, e a condizioni più favorevoli in considerazione dell’abbattimento del rischio bancario connesso all’operazione di finanziamento.”


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