Moda, Tessile, Abbigliamento

Confindustria Moda presenta al Senato le linee guida del Piano Strategico Industriale del settore

novembre 12 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia, News

Presentato al Senato il comparto moda, il secondo settore industriale del Paese, che oggi vive un momento denso di criticità endogene ed esogene, che rischiano di minare la resilienza della filiera per eccellenza del Bello e Ben Fatto.  Le associazioni confindustriali hanno in preparazione un documento che presenta una serie di soluzioni mirate.

Roma, 12 novembre 2025 – Si è tenuto ieri, 11 novembre 2025, alle ore 17.00, presso la Sala “Caduti di Nassirya” del Senato della Repubblica, l’incontro “Trasformare la moda Made in Italy per rafforzare la sua leadership mondiale”, promosso su iniziativa del Senatore Giorgio Maria Bergesio e organizzato da Confindustria Moda.

Il Presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, ha presentato le linee guida del Piano Strategico Industriale 2035 delle filiere Tessile, Moda e Accessori, elaborato da Confindustria Moda insieme a Confindustria Accessori Moda, con il supporto scientifico di LIUC Business School, che mira a garantire la competitività e la sostenibilità del sistema moda italiano, coinvolgendo tutte le componenti produttive, dal tessile-abbigliamento alla pelle, dalla calzatura agli accessori.

Accanto al Presidente Sburlati, sono intervenuti Silvana Pezzoli, Vicepresidente Vicario di Confindustria Moda, Gianfranco Di Natale, Direttore Generale di Confindustria Moda, e la Presidente di Confindustria Accessori Moda, Giovanna Ceolini.

Il sistema moda Made in Italy rappresenta una delle principali filiere manifatturiere nazionali, con un fatturato complessivo di circa 90 miliardi di euro, oltre 520.000 addetti e 48.000 imprese.

Il Piano in preparazione definisce un percorso di trasformazione e rafforzamento competitivo per le imprese del settore.

L’obiettivo è costruire una filiera moda sostenibile, tecnologica e circolare, mantenendo la leadership mondiale del Made in Italy.

Confindustria Moda ha evidenziato i rischi che incombono sulla filiera, qualora non vengano attuate misure strutturali di sostegno e innovazione: entro il 2030 il settore potrebbe registrare una perdita di 19 miliardi di fatturato, 35.000 posti di lavoro e 4.600 imprese.

Le criticità principali riguardano:

  • la crisi di liquidità e la difficoltà di accesso al credito;
  • la concorrenza dell’ultra fast fashion, che mina il valore del Made in Italy;
  • la pressione regolatoria europea e la mancanza di strumenti simmetrici di supporto;
  • il ricambio generazionale e la formazione delle nuove professionalità;
  • l’aumento dei costi energetici e logistici;
  • il rischio di delocalizzazione delle produzioni a monte della filiera.

Il Documento allo studio si articola in sette capitoli d’intervento, che spaziano dalle misure urgenti di sopravvivenza alle azioni di medio-lungo periodo per l’innovazione e l’internazionalizzazione.

Tra le priorità individuate:

  • rifinanziamento di strumenti di liquidità e cassa integrazione;
  • approvazione del decreto attuativo EPR tessile;
  • riduzione dei costi energetici per i comparti produttivi a monte;
  • tutela della competitività europea del Tessile/Moda;
  • Centro Tecnologico Nazionale per la Moda del Futuro;
  • Banca Mondiale della Fibra e dei Tessuti (Progetto Fibrae);
  • Polo dell’Innovazione e del Made in Italy a Parigi;
  • formazione, welfare di filiera e ricambio generazionale;
  • legge di contrasto all’ultra fast fashion e Tavolo della Legalità di Filiera;
  • Piano Nazionale di Comunicazione sul Made in Italy.

“La moda non è solo estetica, è economia reale, è lavoro, è territorio, è industria” – evidenzia Luca Sburlati, Presidente di Confindustria Moda. “Dobbiamo preservare e trasformare un patrimonio produttivo unico che è parte della nostra identità nazionale. Il nostro settore non chiede assistenza, ma una strategia industriale di lungo periodo. Dobbiamo lavorare insieme alle istituzioni per costruire un piano che metta al centro le persone, la sostenibilità, la tecnologia e la competitività internazionale. Trasformare la moda Made in Italy non è un’opzione, è una responsabilità di ciascuno di noi a livello nazionale, perderla un rischio concreto. Non vogliamo avvenga quanto successo nell’automotive: la velocità negli interventi è necessaria.”

Giovanna Ceolini, Presidente di Confindustria Accessori Moda, ha sottolineato: “Le nostre imprese sono un motore essenziale della moda italiana e un orgoglio per il nostro Paese nel mondo. Il Piano Strategico 2035 rappresenta un passo concreto in questa direzione: solo investendo con decisione possiamo garantire che il Made in Italy continui a essere un modello di eccellenza, riconosciuto in tutto il mondo. Lo dobbiamo alle nostre aziende e ai giovani, che sono il nostro futuro e ai quali dobbiamo dare un progetto cui aderire.

Confindustria Moda è una delle più grandi organizzazioni mondiali di rappresentanza degli industriali del tessile e moda del mondo occidentale. La Federazione rappresenta un settore che, con poco meno di 400.000 addetti e più di 40.000 aziende, costituisce una componente fondamentale del tessuto economico e manifatturiero italiano ed europeo. La Federazione si propone di tutelare e promuovere gli interessi del settore e dei suoi associati e rappresenta in esclusiva l’intera filiera, a livello nazionale e internazionale, nei rapporti con le istituzioni, le amministrazioni pubbliche, le organizzazioni economiche, politiche, sindacali e sociali. È la Federazione nazionale di Categoria, un’organizzazione mista, fortemente orientata ad un’integrazione con il territorio. Aderisce a Confindustria ed è il socio fondatore più rappresentativo di Euratex, Organizzazione Europea del Tessile Abbigliamento.

PER SCARICARE L’INTERO DOCUMENTO CLICCA QUI:

INFOGRAFICA CONFINDUSTRIA MODA 11.11

Nella foto, da sinistra:

SILVANA  PEZZOLI                 Vicepresidente CONFINDUSTRIA MODA

LUCA SBURLATI                      Presidente CONFINDUSTRIA MODA

GIORGIO MARIA BERGESIO   Senatore

GIANFRANCO DI NATALE       Direttore Generale CONFINDUSTRIA MODA



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