Moda, Tessile, Abbigliamento

Creatività, femminilità e portabilità: i buyer promuovono le collezioni di MMD

settembre 24 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

Era da diverse stagioni che i buyer stranieri e italiani non esprimevano pareri così positivi riguardo alle sfilate milanesi sia dei big, sia dei giovani. Premiata la nuova moda femminile, romantica, portabile  ispirata agli anni Settanta, con materiali e lavorazioni all’insegna dell’eccellenza del made in Italy. Budget nel complesso confermati.

«Sono entusiasta di quanto visto a Milano, non ricordo negli ultimi tempi una fashion week così forte – dice a fashionmagazine.it Ken Downing, vice presidente e fashion director di Neiman Marcus -. I designer hanno puntato su romanticismo, esotismo e voglia di evasione, il mood della prossima primavera-estate, in linea con le passerelle di New York e  Londra». «Tutte proposte – aggiunge – che ogni donna vorrebbe indossare».

Downing, che ammette quanto sia difficile questa volta fare una classifica delle collezioni più belle, usa parole speciali per Etro («eccellente il lavoro di Veronica Etro»), Emilio Pucci («Il migliore show di Peter Dundas») e Marco De Vincenzo («Il lavoro di un vero talento»).

Sulla stessa lunghezza d’onda Rosi Biffi, di BiffiBanner a Milano e Bergamo: «Sono soddisfatta di Milano – commenta -. Si è percepita ovunque tanta energia. Alcune collezioni hanno suscitato forti emozioni, come Marni,  che festeggia magnificamente i propri 20 anni e Stella Jean (nella foto), per il raffinato mix di fantasie e il senso di artigianalità».

Pieni voti a Milano Moda Donna anche dal neo presidente della Camera dei Buyer,Mario Dell’Oglio, di Dell’Oglio a Palermo: «Una fashion week interessante e di qualità, non solo per i top brand ma pure per gli emergenti – osserva il dettagliante siciliano -. Nella capitale italiana della moda si concentra il meglio, in termini di creatività, qualità, lavorazioni, artigianalità e cura dei dettagli».

Dell’Oglio cita tra le proposte migliori quelle di  Bottega VenetaGiorgio Armani,Dolce&GabbanaAntonio MarrasMsgm e Marco De Vincenzo. «Super anche il debutto di Giamba, una collezione super sofisticata, non per tutti», commenta Dell’Oglio.

«Fra tanta eccellenza – aggiunge Flaminio Soncini, titolare di Tony Boutique a Magenta (Mi) e presidente onorario della Camera dei Buyer – attribuirei  il premio dei giovani a Stella Jean e a Msgm. Tra i big, darei la medaglia d’oro a Fendi per  il lusso esclusivo e a Dolce&Gabbana, collezione che vendiamo benissimo, per lo show numero uno di Milano».

Dal suo osservatorio privilegiato nel Benelux, Duc Dheedene, a capo di Verso ad Anversa e della società di distribuzione FashionClub70, commenta: « Ho apprezzato la portabilità delle proposte., oltre alla creatività. Ottimi gli show diMarni, Dolce&Gabbana e Roberto Cavalli. Spero solo che le aziende abbiano un occhio di riguardo per i prezzi: qui in Europa non possono continuare ad aumentarli solo per ridurre il divario con i cartellini di vendita del Far East».

Andrew Keith, presidente di Lane Crawford Joyce Group, leader a Hong Kong e nella Cina mainland, condivide i pareri positivi dei colleghi:«Indiscussi l’impegno e la propositività da parte di stilisti e aziende».

Keith rassicura sul business nella Greater China: «Il nostro sell out sta crescendo a doppia cifra, con le vendite online che aumentano in modo esponenziale – dichiara il presidente -. La politica anticorruzione portata avanti dal Governo cinese non ci coinvolge direttamente, perché siamo focalizzati su abbigliamento e accessori, mentre i settori più colpiti sono gioielli e orologi. Oltre al fatto che, tradizionalmente, la nostra clientela compera per se stessa e non per fare regali».

PradaGucci, Giorgio Armani, Dolce&Gabbana e Salvatore Ferragamo sono tra i défilé preferiti da Hajime Takeda, executive officer women’s fashion e international collection  di Hankyu Hanshin Department Stores, con sede a Osaka. «Il made in Italy è una certezza, anche se alcuni brand avrebbero potuto osare ancora di più» commenta Takeda.

Per quanto riguarda il mercato russo, la situazione resta di massima allerta: i retailer dell’ex Unione Sovietica si muovono con cautela e selezionano solo i marchi  commercialmente forti.

«Torno a Mosca soddisfatta perché tante proposte, oltre che d’immagine, sono vendibili – commenta Ekaterina Moiseeva, alla guida insieme al marito Mikhail Kusnirovichdel Bosco di Ciliegi con sede nella capitale russa -. Ottime le sfilate di Etro,  dal gusto hippy anni Settanta, di Alberta Ferretti, in special modo le uscite in denim e organza, diSportmax, bella dall’inizio alla fine, di Max Mara, sempre una sicurezza e di N. 21, speciale anche per l’ottimo rapporto qualità-prezzo».

 


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