Da Prato 179 milioni verso l’estero, da Biella 4!!!
aprile 28 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Carpi, Como, Economia, PratoIn passato l’Italia, che era un Paese di emigrazione, ha potuto contare per il suo decollo industriale anche sulle rimesse dei propri immigrati andati all’estero a cercare lavoro. Da alcuni anni la situazione si è capovolta: da importatori di denaro, siamo diventati preziosi serbatoi per chi è venuto a vivere e lavorare da noi. I dati ce li fornisce la Fondazione Leone Moressa che ha effettuato una ricerca su quanto denaro guadagnato in Italia viene trasferito all’estero dai lavoratori stranieri.
Il totale del denaro guadagnato in Italia e trasferito all’estero dai lavoratori stranieri attraverso i canali di intermediazione regolare (banche, poste, agenzie), ammonta a quasi 6 miliardi e mezzo di euro. Di questi circa 1,7 miliardi vanno in Cina. Il dato corrisponde allo 0,41% della ricchezza complessivamente prodotta a livello nazionale ed è comunque in calo del 5,4% rispetto al 2009. Significa che la crisi si è fatta sentire anche per gli immigrati? Secondo l’Istat è così visto che l’anno passato 109mila stranieri hanno perso il posto di lavoro.
Nella classifica delle province italiane, è curioso mettere confronto i dati di due tra i più importanti distretti tessili italiani: Prato e Biella. In questa classifica Prato si attesta addirittura al 5° posto (dopo Roma, Milano, Napoli e Firenze), Biella al posto 101 su 107 capoluoghi.
La media nazionale dell’importo che ogni immigrato trasferisce all’estero è di circa 1.500 euro all’anno. Quella di Prato è di 5.696 euro; chi lavora a Biella invece ne invia a casa solo 388. In totale partono da Prato verso l’estero 179,1 milioni di euro, da Biella “soltanto” 4!!! L’unico dato che può consolare Prato è che rispetto al 2009 le rimesse sono calate del 63,1%, mentre il calo per Biella è stato del 6,3%.
Cos’è che crea dunque questa discrepanza di dati? Senza alcun dubbio l’immigrazione cinese visto che il 90% dei 179 milioni che lasciano Prato vanno nel paese del dragone. In questa speciale classifica Prato in Italia si piazza infatti al primo posto. Senza le rimesse dei cinesi, facendo una debita proporzione tra abitanti e aziende dei due distretti, i dati sarebbero pressoché uguali.
C’è un dato però che fa “sorridere” Prato: pur restando 179 milioni di euro una cifra importante, è comunque calata del 63% rispetto al 2009. Ma siamo sicuri che questo dato debba far sorridere? Bisognerebbe saperne un po’ di più, tipo quanto è calata (realmente) la popolazione cinese di Prato e quanto sono variati i fatturati delle aziende verso il mercato interno ed estero. E’ comunque molto difficile capirci qualcosa perché i dati ufficiali non sono poi quelli reali. Tanto per rimanere alla ricerca della Fondazione Leone Moressa, ai soldi trasferiti in modo formali ne andrebbero aggiunti almeno altrettanti che escono attraverso canali informali, (familiari, conoscenti, corrieri e sistemi di trasferimento non registrati). Quindi se questo dato può raddoppiare, se non conosciamo l’esatto numero dei cinesi che lavorano da noi, quanti ne arrivano e quanti ne partono; mettiamoci anche il “nero” (cinese e italiano) e non è difficile concludere che quello che avviene realmente non lo sapremo mai! Non ci resta che aspettare e vedere cosa succederà in futuro.
Luigi Sorreca