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È ‘giallo’ sull’Imu, intanto gli acconti slittano al 10 dicembre

novembre 25 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia

Pochi soldi e troppi vincoli per decidere, il decreto Imu slitta a martedì prossimo. Fabbricati e terreni agricoli verso l’esonero. La scadenza per gli acconti fiscali intanto si sposta al 10 dicembre

Hanno deciso di non decidere, almeno fino a martedì prossimo. Nonostante manchi ormai meno di un mese alla scadenza, non sappiamo ancora di che Imu dobbiamo morire. Il Consiglio dei ministri di ieri mattina ha infatti deciso di sospendere il decreto di cancellazione della rata di dicembre dell’imposta municipale fintanto che non sarà fatta chiarezza sulle coperture. I conti infatti, non tornano ancora.

Decreto Bankitalia - Il premier Enrico Letta ha assicurato che lo slittamento è un fatto formale, e alla fine non si pagherà. Per il momento nel gioco delle carte ha avuto la meglio un altro provvedimento, quello sulla definizione delle regole civilistiche per la rivalutazione delle quote di Bankitalia possedute dagli istituti di credito. Il decreto Imu non sarà sbrogliato finché la Banca centrale europea concederà il via libera alla rivalutazione. «I due provvedimenti — ha chiarito Letta — devono andare in parallelo».

Le coperture - In realtà, il governo sta prendendo tempo perché il nodo coperture rimane molto stretto. Due miliardi necessari per l’esenzione delle abitazioni principali dovrebbero arrivare dagli acconti-monstre di Ires e Irap dovuti da banche e assicurazioni, l’ipotesi per loro è il 127% per il 2013 e il 128 per il 2014. I fabbricati agricoli saranno esentati perché costerebbero solo 20 milioni di euro; diverso il discorso per i terreni agricoli.

La bozza giunta a Palazzo Chigi prevedeva che la seconda rata Imu fosse dovuta sia sui terreni che sui fabbricati rurali, poiché il mancato versamento priverebbe l’erario di 340 milioni di euro. Il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo si è opposta recisamente, e pare averla spuntata per la cancellazione dell’Imu anche dai terreni: restano sul piatto 400 milioni da reperire.

Mezzo miliardo sarebbe invece il costo dei rimborsi ai Comuni se — come chiedono i sindaci — venissero calcolati sulla base delle aliquote 2013 invece che 2012. Per accontentarli, la bozza chiamava alla cassa direttamente i contribuenti proprietari di un’abitazione principale in un Comune che ha alzato l’aliquota. La misura introduceva un tetto di esenzione al 50% dell’imposta, pagata sulla base di detrazioni e aliquote 2012. Va da sé che in caso martedì prossimo questa ipotesi fosse accolta dal testo definitivo, non parleremmo più di abolizione totaledella seconda rata.

Gli acconti - In tutta questa vicenda, che assume in contorni di una barzelletta, arriva un altro slittamento: quello degli acconti fiscali, prorogati al 10 dicembre. Proroga inevitabile, visto che pressoché tutti i tasselli dell’impalcatura fiscale non hanno ancora trovato una sistemazione certa. Gli acconti Irpef sono già salito al 100% lo scorso giugno, e lì resteranno. L’Ires è destinato invece a salire al 103% in ragione della clausola di salvaguardia che ha soppresso la prima rata Imu su prima casa e terreni agricoli. Di banche e assicurazioni abbiamo detto, col ritocco al 127-128 %, per ritornare comunque al 100% nel 2015, avallati dalle accise.

 


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