I lanifici pratesi a Milano Unica: buone prospettive ma incognita aumento dei costi
luglio 9 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoLe imprese pratesi saranno presenti in forze a Milano Unica, in apertura martedì 10 luglio per concludersi il 12: un’ottantina i produttori di tessuti del distretto iscritti, circa lo stesso numero di luglio scorso, quando l’anticipo della fiera fece impennare la partecipazione.
Rispetto ad anni non lontani, si respira una maggior serenità, confermata dai dati del Centro studi di Confindustria Toscana Nord. I 250 lanifici pratesi hanno concluso il 2017 con una produzione complessiva in crescita del +1,5% rispetto al 2016; le stime per il primo semestre 2018 sono di un +3,5% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente. I buoni risultati della produzione sono dovuti alla crescita del mercato interno: l’export di tessuti è infatti diminuito in tutto il 2017 del -3% in valori rispetto al 2016, mentre il primo trimestre 2018 ha registrato un piccolo miglioramento del +0,5% rispetto allo stesso periodo del 2017 (dati più dettagliati nella scheda allegata).
“C’è la sensazione diffusa di essere riemersi dopo anni davvero molto difficili – commenta Francesco Marini, coordinatore del Gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Le imprese pratesi hanno saputo reinventarsi, innovare, acquisire una propria importante collocazione sui mercati internazionali. I problemi però non mancano: le materie prime sono sempre più costose, con una crescita continua che rende difficile definire i listini. Dobbiamo cercare costantemente di contenere i prezzi per essere attrattivi per la clientela, ma nel giro di poco tempo i nostri costi lievitano: dovremmo, paradossalmente, cambiare i listini in continuazione, sempre senza cadere nella trappola di ribassi ingiustificati e insostenibili.”
Le lane e le fibre nobili hanno subito nell’ultimo anno rialzi che le hanno portate quasi a raddoppiare; ma anche il lino, per quando scarsamente presente nelle collezioni invernali esposte in fiera, segna +20%. A far lievitare i costi contribuiscono poi i coloranti: le tintorie lamentano incrementi consistenti, causati da una situazione che vede pochi produttori di sostanze chimiche dominare il mercato e registra la chiusura di impianti di produzione in Asia. A questi si aggiungono le dinamiche di energia elettrica e gas, anch’essi in rialzo.
“Le tintorie e le rifinizioni evidenziano con forza questi incrementi facendoli valere nei rapporti commerciali con i loro committenti, che a loro volta chiedono invece moderazione – aggiunge Marini-. Che avvenga questo è naturale, ma è indispensabile un forte senso di responsabilità da entrambe le parti. Occorre che gli aumenti siano commisurati agli incrementi effettivi dei costi, che non sono uguali per tutti i tipi di coloranti e in alcuni casi sono minimi. Dal lato dei committenti, d’altronde, non può non esserci il riconoscimento dell’esistenza per le lavorazioni di un problema costi. La filiera è preziosa e indispensabile, non avrebbe alcun senso mettere in difficoltà chi ne fa parte. Responsabilità, consapevolezza, senso della misura: di questo c’è bisogno in queste situazioni.”
Le aspettative per Milano Unica sono buone: le previsioni parlano di presenze consistenti di clientela straniera e italiana, interessata a prodotti come quelli pratesi che sanno coniugare innovazione e tradizione.
“In tutte le nostre imprese c’è un tesoro che si chiama archivio – conclude Marini -. Soprattutto le aziende con una lunga storia possono contare su una vera e propria miniera di idee, una fonte di ispirazione costituita dai campioni delle stagioni di un passato più o meno remoto. E’ un valore enorme, che consente all’azienda di rinnovarsi mantenendo però il ‘filo rosso’ del proprio stile, della propria identità. Parliamo di beni materiali e immateriali nello stesso tempo, perché dietro ogni campionario c’è soprattutto creatività. Un valore, anche questo, che con altri di cui siamo portatori deve renderci orgogliosi; un valore di cui dobbiamo essere consapevoli e ricordarci sempre.”
ALLEGATO: L’ANDAMENTO DEI TESSUTI DI PRATO, SCHEDA DI SINTESI
Le imprese e l’occupazione Nel distretto tessile di Prato ci sono 250 lanifici produttori finali di tessuti (trama-ordito, speciali, a maglia, velluti, ecc.) con circa 5 mila addetti diretti, dato quest’ultimo in leggero aumento nel 2017 e ancora stabile nei primi sei mesi 2018. Il 90% di queste imprese sono società di capitali.
Il fatturato e la produzione Il fatturato prodotto ammonta a 1.800 milioni di euro. La produzione industriale dei lanifici pratesi ha registrato nel 2017 una progressione positiva per concludere l’anno con una media del +1,5% rispetto al 2016. Per la produzione nel periodo gennaio-giugno del 2018, dopo un primo trimestre al +0,8% e un secondo trimestre più brillante, si stima provvisoriamente una variazione semestrale al +3,5% rispetto ai primi sei mesi del 2017, con una raccolta degli ordini intorno al +3%. Le previsioni per la produzione dei mesi estivi sono moderatamente positive, in particolare per le aspettative sul portafoglio estero.
L’export L’export ammonta a 1.300 milioni di euro, quindi oltre il 70% del fatturato. Nel 2017 la Germania si è confermata il primo paese di destinazione delle vendite all’estero dei produttori di tessuti pratesi, stabile con una quota di oltre il 13% del totale dell’export; nel primo trimestre del 2018 ha ripreso a crescere (+7,2%). Le vendite negli Stati Uniti sono diminuite del -7,2% a inizio 2018 dopo una contrazione annuale 2017 su 2016 del -12,4%. In aumento del +8,8% le vendite in Spagna per l’intero 2017, attestatasi adesso come secondo mercato di sbocco (quota 9,5%); anche nei primi tre mesi 2018 le esportazioni sono cresciute del +9,6% rispetto al 2017. Il Portogallo è aumentato del +4,6% nel 2017 ed è salito al sesto posto nella classifica dei maggiori clienti esteri di tessuti, in aumento anche nei primi tre mesi 2018. In contrazione di quasi 5 punti percentuali sia le vendite in Romania che in Francia, rispettivamente terzo e quarto mercato estero (intorno al 7%); -2,7% per le esportazioni 2017 nel Regno Unito, in forte contrazione nel primo trimestre 2018. La Cina, dopo una battuta di arresto del -6,2% nel 2017, a gennaio-marzo 2018 ha dato degni di ripresa (+13%). Complessivamente le esportazioni di tessuti sono diminuite in tutto il 2017 del -3% in valori rispetto al 2016, mentre il primo trimestre 2018 ha registrato un piccolo miglioramento del +0,5% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Fonti: Mappatura della filiera tessile pratese, indagini Centro Studi Confindustria Toscana Nord, elaborazioni Centro Studi Confindustria Toscana Nord su dati Istat e Aida Bureau Van Dijk