La moda femminile italiana chiude il 2011 in positivo (+4,6%)
febbraio 28 | Pubblicato da Luigi Sorreca | NewsDopo il cambio di passo sperimentato nel 2010, la moda femminile italiana ha proseguito con il percorrere la strada del trend favorevole, pur non risultando immune dalla decelerazione che nella seconda parte dell’anno ha interessato la filiera Tessile-Moda. Secondo le stime preliminari, in una nota a cura del Centro Studi SMI – Federazione Imprese Tessili e Moda Italiane per Touch-Neozone-Cloudnine, l’industria italiana della moda femminile dovrebbe archiviare il 2011 con una crescita del +4,6%, portando il giro d’affari settoriale a quota 12,3 miliardi di euro.
Tutti i comparti presi in esame, ovvero l’abbigliamento esterno in tessuto ed a maglia, la camiceria e l’abbigliamento in pelle, hanno sperimentato crescite del fatturato, giovandosi soprattutto del favore accordato dai mercati internazionali. Mentre la domanda interna ha nuovamente deluso gli operatori del settore, il contributo prevalente alle performance del comparto è da ricondurre anche nel 2011 alla domanda estera. Nonostante il rallentamento evidenziato dall’export a partire dal mese di giugno, le vendite estere, pur decelerando, si sono mantenute vivaci e hanno assicurato al comparto una chiusura d’anno positiva. Si è rafforzata, pertanto, l’incidenza del fatturato estero sul giro d’affari complessivo, portandosi a 54,1%.
Con riferimento al valore della produzione effettuata in Italia (al netto dei proventi derivanti dalla commercializzazione di prodotti importati) è stato evidenziato, invece, un aumento più modesto rispetto alla dinamica del fatturato (+1,9%), dato del resto che risente dell’andamento negativo palesato dalla maglieria.
Sul fronte interno, la moda femminile ha assistito ad un nuovo deterioramento dei consumi a valore: per la maggior parte dei prodotti solo il bimestre maggio-giugno si è archiviato con un timido segno positivo, insufficiente tuttavia a colmare le perdite di sell-out sperimentate negli altri mesi dell’anno e soprattutto nell’autunno/inverno 2011. Su base annua si stima una complessiva flessione della spesa corrente dell’ordine del -3,6%.
Mentre, con riferimento ai mercati esteri, come accennato in precedenza, la moda femminile italiana si è giovata della congiuntura internazionale favorevole: su base annua, l’export dovrebbe archiviare un recupero del +10,8%, corrispondente a circa 6,7 miliardi di euro. Le complessive vendite estere di moda donna si riportano, pertanto, su valori (pur nominali) del periodo pre-recessivo.
In conclusione, per il 2012 il settore della moda donna sperimenterà ancora il trade-off tra export e consumo interno: la spinta maggiore al comparto proverrà dai mercati esteri, specie extra-UE, mentre la criticità principale sarà costituita ancora una volta dall’atonia della domanda italiana.
Del resto, se la consumatrice non rinuncerà ad essere “alla moda”, l’attenzione al rapporto “qualità percepita/prezzo” si manterrà la determinante principale nelle decisioni d’acquisto: non mancano infatti vecchi e nuovi ostacoli al pieno rilancio del consumo, specie proprio in Italia.