Le regole per l’origine dei prodotti tessili: l’UIP sollecita SMI e Euratex
luglio 20 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Como, News, PratoLo “strano caso” delle cimosse e l’origine preferenziale nell’interpretazione tedesca: l’Unione incontra Smi ed Euratex per sollecitare interventi presso le autorità europee.
C’è una vicenda riguardante le regole di attribuzione dell’origine dei prodotti tessili che sembra tratta da una commedia all’italiana ma è invece una prassi – vera – tedesca. La questione riguarda precisamente l’origine preferenziale, cioè il riconoscimento della provenienza europea (o di paesi che con la Ue hanno accordi particolari) dei prodotti, condizione questa che comporta vantaggi consistenti sulle tariffe doganali.
Nel caso di un tessuto, questo può avere origine preferenziale europea o perché è stato completamente realizzato nella Ue o perché nel territorio Ue ha subito delle lavorazioni rilevanti, fra cui la stampa accompagnata da almeno due operazioni preparatorie o di finissaggio. In altre parole: un tessuto proveniente da un paese extraeuropeo acquisisce l’origine preferenziale europea (e i relativi vantaggi daziari) se viene stampato nella Ue (con due operazioni a corollario).
Ma che fare se si vuole godere dei vantaggi dell’origine preferenziale per un tessuto che serve così com’è e non deve subire alcuna stampa? In Germania hanno trovato un sistema ingegnoso, adottato qualche volta anche in Spagna: stampano ugualmente, ma non il tessuto nella sua interezza bensì solo le cimosse, cioè i margini, vale a dire strisce laterali di un paio di centimetri diverse dal tessuto stesso perché più spesse e talora di un diverso colore. Strisce che, si badi bene, per queste loro caratteristiche di diversità non vengono utilizzate in confezione ma tagliate via.
Insomma, si stampano le parti che non vengono utilizzate, all’unico scopo di ottenere l’origine preferenziale. E le dogane tedesche accettano questa procedura. “Che si tratti di un espediente risulta chiaro a chiunque – commenta il presidente dell’Unione Industriale Pratese Andrea Cavicchi -. Tuttavia quando Smi si è mossa, già mesi fa, per far presente a livello europeo questa palese anomalia, il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, che pure personalmente concorda con le nostre posizioni ed ha assicurato impegno in tal senso, ha dato una risposta sconfortante. Ha fatto presente infatti che i regolamenti europei in vigore non consentono di definire l’operazione di stampa sulle cimosse come minima e quindi insufficiente ai fini dell’acquisizione dell’origine preferenziale. I tedeschi insomma fanno concorrenza sleale, alla quale non si può nemmeno rispondere imitandoli: infatti se le dogane tedesche, e anche quelle spagnole, accettano la stampa su cimossa come elemento utile ai fini dell’origine preferenziale, quelle italiane no! Insomma, fra la vaghezza dei regolamenti e la ‘libertà di interpretazione’ data alle autorità nazionali si arriva a palesi assurdità. Se fosse eliminata questa ingiusta penalizzazione, molte aziende del distretto potrebbero recuperare rapidamente una sensibile capacità competitiva, particolarmente necessaria in una fase molto delicata come quella attuale. L’incontro che avremo martedì prossimo con i presidenti di Smi Michele Tronconi e di Euratex Alberto Paccanelli vuole tenere viva l’attenzione su questa autentica beffa e rinforzare la sensibilizzazione delle autorità europee in proposito.”