Le tendenze per l’inverno 2017 a Denim Première Vision
maggio 23 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Eventi, NewsIn occasione del salone Denim Première Vision, gli industriali dell’universo del denim presentano il loro know-how, i loro valori sicuri e le ultime innovazioni. L’ultima edizione della fiera, svoltasi nei giorni 18 e 19 maggio, ha rappresentato l’occasione per scoprire i progressi dei suoi produttori più d’avanguardia e per toccare con mano i maggiori trend per l’autunno 2017.
Cominciamo dal più sorprendente: il jeans che integra delle tele di ragno. L’azienda del Pakistan US Denim ha sviluppato una tela che miscela il cotone con la seta delle ragnatele. “In Pakistan, una specie di ragno produce questa seta che da molto tempo è utilizzata per creare filati”, spiega Mian Usman Ahsan, direttore del gruppo all’interno di Umer Siddique. “Siamo riusciti a sviluppare una tela che mixa questa seta con il cotone. E’ interessante perché tutto ciò apporta delle proprietà di morbidezza e solidità in modo naturale, ma la seta ha anche delle virtù medicinali (questo tipo di seta è utilizzato per favorire la cicatrizzazione). Oggi, noi sveliamo questo prodotto. Il suo costo è ancora elevato, e quindi sarà indirizzato a marchi di alta gamma”.
Per quanto riguarda le finiture, Jeanologia ha presentato in fiera il suo concept ‘Hemotion’ realizzato insieme a François Girbaud. Partendo dal presupposto che il mondo del jeans ha bisogno di più creatività, il duo ha immaginato un approccio più intrepido alla finitura al laser (specialità dell’azienda spagnola). Le finiture permettono di ristilizzare la parte inferiore dei pantaloni, realizzando per esempio dei dettagli che incorporano diversi pigmenti di colore.
Dettagli tecnici provenienti dallo sport
Sul versante dello stile, si afferma, e viene messo in evidenza da molti attori del settore, il sale e pepe, con il jacquard che cresce d’importanza così come l’interesse per tagli più ampi. Molto presente anche la lana, per i prodotti invernali.
Per il momento comunque lo “stretch” resta il protagonista del mercato, con numerosi mélanges che utilizzano sempre più materie prime. Pure il ‘Bi-stretch’ è stato ancora molto richiesto. Questa domanda di tecnicità, della quale il confort resta il criterio primario, attraversa trasversalmente in modo evidente l’universo della tela di Genova. “Per gli indumenti della parte inferiore del corpo, lo stretch è il primo criterio”, ammette Maurizio Marano, direttore vendite e marketing di BlueFarm. “Per quelli della parte alta, lavoriamo sulla fluidità”.
Tutti lo riconoscono: la fortissima tendenza sportiva emersa dal modo delle palestre e dello yoga, battezzata athleisure negli Stati Uniti, ha rimescolato le carte, con una generazione di consumatori che cerca la comodità e lo stile nel mondo del denim. “I consumatori sono soliti indossare quei marchi sportivi che gli offrono questo confort”, spiega Neil Bell, direttore ricerca e sviluppo di Artistic Milliners. In saloni come Outdoor Retailer o l’Ispo, si vede il potenziale di queste sinergie fra sport e denimwear, ad esempio, per pratiche sportive come l’arrampicata, le brevi escursioni e alcune attività all’aperto. Il potenziale è difficile da definire al momento, ma crediamo che questa sia una tendenza forte”.
E così, il gruppo industriale ha sviluppato insieme a Cordura l’offerta “Authentic Alchemie” che, partendo dagli storici jeans ultraresistenti per il workwear, ha sviluppato un proposta che combina le virtù di robustezza dei materiali, di mantenimento della fibra e di morbidezza e confort con del tessuto stretch. Questi sviluppi hanno lo scopo di sedurre i marchi che intendono sviluppare dei prodotti “versatili” allo stesso tempo tecnici ed eleganti per i ciclisti in città, gli alpinisti, gli atleti o gli skater.
Stessa storia da US denim, che ha sviluppato per Levi’s un Knit Denim. Per trovare una risposta al crollo delle vendite di jeans da donna, a causa del successo dei prodotti di yogawear, il gigante americano dei jeans sta prendendo molte iniziative. Si prevede che questo denim in maglia, che arriverà sul mercato nella primavera del 2017, fornirà grande confort pur conservando una base di tela di jeans.
La sfida dell’eco-responsabilità ambientale
Tra gli imprenditori presenti a Denim Première Vision, che si adopera per una crescita del settore su questo punto, la maggioranza propone delle soluzioni eco-compatibili. Le quote di mercato di questo ambito di prodotti restano molto piccole, ma fra investimenti industriali e sviluppo di prodotti, il settore sta crescendo in questo tipo di applicazione.
Attenzione però, come ricordava Trevor Harrison di Pepe jeans in uno “smart talk”: “La parola sustainability non è sexy. Al consumatore non gliene importa niente. Alla base ci deve essere un bel prodotto”. E quel messaggio sta cominciando a dare i suoi frutti. Lo vediamo sul mercato con i lavori di molti marchi che valorizzano le loro linee bio. Ma anche a monte nella filiera sembra esserci una progressione. “Finalmente siamo usciti dal cinque tasche basico”, si rallegra Philippe Friedmann, che realizza i trend del salone del denim tra i circa 1.500 campioni ricevuti. “C’è un vero lavoro creativo sui prodotti. Sono convinto che tutto ciò sarà la norma entro pochi anni”.
Sebbene la strada sia ancora lunga, le giacche e le camicie totalmente realizzate e rifinite con processi organici biologici stanno in effetti facendo grandi passi in avanti.