Perchè il Centro di ricerca italo-cinese è una grande opportunità da non perdere
giugno 7 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoE’ ragionevole la posizione “di grandissima cautela” di Marini ma è giusto provarci, perché il successo di questa operazione potrebbe rivelarsi un grande arricchimento anche per noi.
D’altronde, il know how tecnico ormai sono anni che l’abbiamo trasferito. In Cina e in tutti quei Paesi dove le nostre industrie tessili (non solo pratesi), sono andate a delocalizzare. Non si può invece temere che si possa trasferire ai cinesi la nostra creatività e il gusto per la moda, perché questo non è possibile e può avvenire solo in modo “naturale”. La creatività fa parte da sempre del DNA di noi italiani e nessuno può acquisirla senza vivere la nostra quotidianità, a meno che non diventi …italiano!
Se i cinesi che vivono da noi, rimarranno cinesi, nel senso che manterranno le loro peculiarità e considereranno il nostro Paese solo un luogo dove abitare, (e magari da “spolpare”…), non potranno mai acquisire la nostra “italianità”. Se al contrario nel nostro Paese ci “vivranno”, amandolo, allora si che potranno farlo, ma a quel punto saranno italiani a tutti gli effetti e sarà un arricchimento anche per noi e per il nostro Paese.
Non dimentichiamo mai l’esempio degli Stati Uniti e quanto gli italiani (gli europei, gli africani, gli asiatici), che sono diventati americani hanno arricchito la cultura e l’economia degli U.S.A.
Non dobbiamo quindi aver paura. Se vorranno integrarsi, ci arricchiremo tutti, culturalmente e economicamente. Se proveranno “a fregarci”, noi dovremo rimandare quel salto di qualità che oggi solo una società multiculturale può fare e loro rimarranno “cinesi” e continueranno a chiedersi come facciamo, noi italiani , ad essere così “italiani”.
Luigi Sorreca