Moda, Tessile, Abbigliamento

Pitti filati, per i produttori pratesi un’edizione nel segno della sostenibilità e del benessere animale

giugno 27 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Per i filatori pratesi la 91a edizione di Pitti filati, collezioni autunno-inverno 2023-2024, si apre con le incertezze che accomunano tutta l’economia mondiale ma anche con lo spirito positivo che nasce dalle buone prestazioni del comparto.

Le oltre 80 imprese produttrici di filati del distretto pratese (nel numero sono comprese solo quelle che hanno rapporti autonomi col mercato, non le filature contro terzi), 1500 addetti diretti, hanno ampiamente recuperato quel 25% di fatturato che avevano perso nel 2020 ed è presumibile che il valore della produzione 2022 possa superare i 620 milioni dell’ultimo anno pre-covid, il 2019. La produzione del 1° trimestre 2022 ha segnato +27,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +9,8% rispetto al 4° trimestre del 2021; il confronto sempre del 1° trimestre 2022 con la media del 2019 evidenzia un ottimo +12,5%. Per quanto riguarda l’export, il recupero è altrettanto evidente, con il 1° trimestre 2022 che segna +4% in valori rispetto allo stesso periodo del 2019 (+42,1% rispetto allo stesso periodo del 2021). Un dato importante, quest’ultimo, perché l’export costituisce il 55% del fatturato dei produttori di filati per maglieria (una quota inferiore invece per i filati da tessitura, assorbiti per lo più dal mercato interno). Per quanto riguarda i mercati esteri, in Europa nel 2021 il più consistente è stata la Germania col 10,2% del totale, tallonata dalla Romania (luogo di produzione di maglieria per importanti brand) con 9,8%, mentre è più distanziata la Francia con 5,4%. Fuori Europa, considerando congiuntamente Hong Kong più Cina si arriva a quota 15,9% (rispettivamente 8,7% e 7,2%: questi dati vengono comunque tenuti solitamente separati date le diverse dinamiche che investono le due destinazioni, con Hong Kong che costituisce un hub per gran parte dell’estremo Oriente).*

Un quadro nettamente positivo, quindi, dovuto a tendenze moda che vedono la maglieria in evidenza, ma che premia anche i consistenti investimenti fatti negli anni dalle filature pratesi. Stile, organizzazione del lavoro, funzione commerciale e marketing hanno visto un impegno forte delle imprese, così come, in maniera particolare, la sostenibilità. Ed è proprio su un aspetto particolare della sostenibilità, quello del rispetto della tracciabilità e del benessere animale, che si incentra il workshop “Animal Welfare: the resilient supply chain of animal textile fibers production” che il gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord organizza giovedì 30 giugno alle ore 14.30 alla Fortezza da Basso di Firenze durante la fiera, grazie all’ospitalità e alla collaborazione di Pitti Immagine. Un evento della durata di un’ora per inserirsi facilmente fra gli impegni fieristici, quindi “veloce” ma ricco di contenuti: le filiere produttive di fibre pregiate come lana, cashmere, mohair, alpaca saranno al centro del dibattito di alcune fra le principali associazioni internazionali di allevatori (BTB Ltd SA, Mohair South Africa, Schneider Group, International Alpaca Association, Sustainable Fibre Alliance). I loro interventi saranno preceduti da brevi relazioni di Francesca Rulli, CEO e fondatrice di Process Factory, e di Bronwyn Botha di Textile Exchange, organizzazione globale no profit che ha come finalità l’evoluzione verso una moda sostenibile e che è promotrice fra l’altro delle certificazioni delle fibre di lana e mohair RWS e RMS e del tessile riciclato GRS.

Ad aprire i lavori sarà Raffaella Pinori, coordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, che commenta così la fiera e il workshop:

“Come filatori pratesi andiamo in fiera certi della qualità dei nostri prodotti e con segnali di forte interesse da parte dei nostri clienti. Viviamo tempi difficili, segnati, oltre che da preoccupazioni di carattere generale e dal problema comune a tutti dell’incremento dei costi energetici, da approvvigionamenti di materie prime tessili difficili e onerosi: tutto questo però è uno stimolo in più a dare il meglio delle nostre capacità. Presentando le nostre collezioni per l’autunno-inverno abbiamo modo di manifestare tutte le straordinarie esperienze e conoscenze maturate dal distretto tessile pratese nelle fibre animali, quelle che non a caso sono al centro del workshop organizzato per giovedì 30 giugno. Con questa iniziativa intendiamo sottolineare come le filiere produttive siano qualificate, tracciate e pronte a rispondere alle esigenze del consumatore attento al benessere degli animali, cui dobbiamo fibre di eccezionale valore. I grandi passi avanti fatti in questo ambito devono essere non solo concreti come già in gran parte sono, ma anche ben documentabili per dare tranquillità ai consumatori sull’eticità dei loro acquisti. Su questo vogliamo assicurare il nostro impegno e la disponibilità a lavorare con le associazioni che si occupano di questo tema a livello internazionale.”

*Fonti dei dati: indagini e stime proprie del Centro studi di Confindustria Toscana Nord; Aida BvD Moody’s; Istat; Coeweb.

Nella foto: Raffaella Pinori

 


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