Moda, Tessile, Abbigliamento

Gaetano Marzotto: “Ci sono chance importanti che il made in Italy deve saper cogliere”

maggio 11 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine (nella foto), ha aperto questa mattina la conferenza stampa di presentazione dei saloni fiorentini con un atteggiamento di lucida consapevolezza, non per questo in chiave negativa. “Le chance per il made in Italy sono ancora tante: ci sono un miliardo di persone fuori dall’Europa che hanno redditi e stili di vita come i nostri. Un’occasione da non perdere”. In Italia Marzotto auspica che, finita la cura del rigore, inizi quella della ripresa.
“Dopo la crisi di fine 2008-inizi 2009 l’industria della moda è ripartita a cominciare da fine 2009 – ha spiegato Marzotto -. Da allora, fino ad agosto del 2011 abbiamo avuto un periodo particolarmente positivo con i nostri prodotti che uscivano bene dai negozi. Il forte rallentamento in Italia e a livello europeo c’è stato da settembre-ottobre del 2011 mentre l’America, l’Asia, l’Europa dell’Est e tutti i Paesi oil-rich hanno continuato a consumare a ritmi sostenuti”.
La crisi dei debiti sovrani in Europa ha spento il dinamismo nel Vecchio Continente, ha proseguito Marzotto. “Qui si consuma meno e si acquista meno dalla Cina. Quindi per la prima volta si è verificato un rallentamento dei consumi anche in questo mercato del Far East, con le dovute differenze fra i vari comparti (l’abbigliamento per esempio va ancora bene)”. Nello stesso tempo ci sono realtà come la Corea del Sud, il Giappone, Taiwan, l’Indonesia, la Malesia e tutti i Paesi legati all’industria del petrolio che registrano ottime performance e che vogliono sempre più l’eleganza affordable in arrivo dall’Italia. Per questo motivo occorre essere sempre più propositivi, facendo sempre più sistema. Imprescindibile in tal senso il concetto di quick response. “Si compra sempre meno programmato e quindi è fondamentale proporre le quattro collezioni a stagione. Un discorso che trova le piccole-medie aziende italiane non sempre pronte”.
A livello macroeconomico, Marzotto ha sottolineato l’urgenza di entrare nella fase della ripresa, dopo quella del rigore. “Occorrono accordi europei, european bill (e non bond) per sopperire allo stallo dei consumi che in Europa del Sud perdurerà ancora per un paio di anni. Per fortuna in Italia ci sono i turisti che comprano”.
Come rivela un’indagine svolta dal Centro Studi di Smi, su 120 imprese operanti in tutti gli stadi della filiera, nel primo trimestre del 2012 il fatturato del tessile-moda ha accusato una battuta d’arresto nell’ordine del -0,9%. Ma, mentre il giro di affari nazionale archivia il primo trimestre con una flessione del 4,6%, le vendite estere risultano ancora interessate da una dinamica positiva, pari al +5,5%. Oltreconfine il risultato medio è sostenuto dalle performance dei comparti a valle della filiera, in incremento dell’8,6%. Quelli a monte registrano invece un andamento negativo (-4,7%). A livello di raccolta ordini, il tessile sperimenta una contrazione sia sul mercato interno (-11,4%) sia su quello estero (-8,4%). Nel caso del comparto a valle, si registra un aumento degli ordinativi esteri (+5,5%) a fronte di una raccolta nazionale negativa (-6,2%). A livello di sentiment, la maggioranza degli imprenditori interpellati (58%) propendere verso la stabilità delle delicate condizioni di questo primo trimestre, il 30% teme un peggioramento mentre solo il restante 12% confida in un miglioramento del trend nei prossimi mesi.
In attesa di diffondere il bilancio settoriale definitivo per il 2011, Smi ha confermato le stime relative all’andamento del tessile-moda con riferimento allo scorso anno. Nel 2011 il giro di affari del comparto è tornato a superare i 50 miliardi di euro, con una crescita stimata nell’ordine del 4,8%. Il bilancio settoriale 2011 vede ancora una contrazione di aziende e addetti, anche se in misura meno grave rispetto al biennio 2009-2010. A proposito di export, l’intero settore ha archiviato l’anno scorso con un’evoluzione del 9,4%, mentre l’import ha chiuso a +9,6%. In miglioramento il saldo commerciale, salito a 6,6 miliardi di euro. In particolare, le vendite oltreconfine della confezione sono tornate a evolvere su tassi a due cifre (+12,1%). Francia e Germania si confermano i primi due mercati di sbocco, ma è l’export verso la Cina a presentare maggiore dinamismo (+28,4%). Ottime anche le perfomance di Giappone (+15,1%), Russia (+14,6%) e Stati Uniti (+12,2%).


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