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Le “Strategie economiche” secondo Francesco Pontelli

maggio 10 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

 

Nutro per il Prof.Monti una vera e sincera stima , da sempre lo seguo  sul  Corriere della Sera condividendone le idee e lo stile.

Ma proprio per questo ora sono decisamente deluso relativamente alla azione del Suo governo dal quale mi aspettato un diverso approccio alle problematiche economiche .

Partendo dalla considerazione di un personaggio politico attuale    che affermava “ Berlusconi vale 200 punti di spread ..” quando invece  anche ora , dopo l’ennesima manovra basata solo ed esclusivamente sull’incremento del carico fiscale ,   lo spread attuale veleggia abbondantemente a quota 400 risulta evidente come  sia necessario cambiare radicalmente regime ed approccio per lo sviluppo economico del nostro Paese .

La classe politica per oltre trent’anni si era illusa che nessuno si sarebbe mai permesso di chiedere  conto degli oltre  1.987  mld di debito accumulato , in particolare tra la  seconda metà degli anni 80 fino al 1992-93 .

Mentre  ora per fortuna ora siamo arrivati a 2.000 Mld di euro a maggio del 2012 , con il rapporto debito Pil sempre al 120% come nel 1996 :  viene da chiedersi a cosa siano servite tutte le manovre dal 1996 ad oggi accompagnate ad un costante e continuo aumento delle entrate fiscali , eccezzion fatta per il 2009,  anno nel quale si riverberò  drammaticamente la crisi finanziaria cominciata nell’agosto 2008 alla totale “insaputa” del governo in carica…

Tornando alla questione del debito ricordo una affermazione quantomeno azzardato di un allora ministro della cosiddetta Prima Repubblica , non viene citato  per carità personale, che con estrema leggerezza affermò “ al limite si può sempre consolidare una parte del debito …” .

A  tutti ora è possibile vedere  cosa potrebbe significare in termini finanziari e politici anche solo l’idea di una  scelta scellerata come quella indicata allora .

Quindi è il Sistema Italia ad aver perso credibilità sia che al comando ci sia un qualsiasi politico mediocre che   un professore di indubbia capacità.

In questa ottica è alla ripresa del sistema Italia che l’azione di governo deve indirizzarsi con una  sostanziale ed articolata analisi e con una conseguente modifica delle scelte di strategia economica e politica   : una azione difficile anche a causa dalla assoluta mancanza di azione ed innovazione, forse il termine più abusato nell’ultimo decennio , della classe politica e dirigenziale .

Da troppo tempo poi si discute sempre dei principi sia politici che economici  ai quali fare riferimento dimenticando di passare poi  alla fase operativa con  scelte coraggiose : personalmente cercherò di invertire questo approccio .

L’ultima manovra correttiva del Governo Monti , che si somma a quelle del governo precedente ,  porta la somma per il 2011 a circa 80 mld di euro senza che sia stato ottenuto alcun riscontro positivo  dai mercati .

Il calcolo poi dell’impatto sulla economia , recessivo per circa un 0.5-0.7 % , dimostra come sia necessario invertire il trend e la politica economica .

Infatti un governo serio , ed il Prof. Monti lo è sicuramente ribadisco il concetto , non può credere che una parziale liberalizzazione delle licenze dei taxi possa aprire ad uno sviluppo economico o peggio che la sola riforma dell’articolo 18 da solo passa invertire il negativo trend di investimenti in Italia .

Ora è fondamentale partire dai veri motori della crescita economica.

Quindi per semplicità propongo una seria di punti che considero importanti .

 

  1. stop alla indicizzazione delle pensioni che abbiano 15-25 anni di contribuzione ( baby pensionati ) ed a quelle la cui erogazione sia oltre il 50% degli anni di contribuzione ( pre pensionati )

 

  1. abolizione delle accise sui carburanti in vigore da più di 25 anni  (l’aumento temporaneo per la alluvione della Liguria valevole fino al 31.12.2011 è ancora in vigore?) in moda da spingere il prezzo del gasolio a 1.25-1.30 euro al litro a la benzina a 1.35-1.4 euro al litro . Anche in considerazione che la tecnologia automobilistica ha di fatto bocciato la scelta del Gpl e del Metano per virare verso la combinazione gasolio – elettrico .Non capire che la circolazione delle persone come delle idee rappresenti la base per lo sviluppo economico risulta un errore di dimensioni EPOCALI .

 

  1. Modifica costituzionale che permetta di inserire l’ente del parlamento al quale viene attribuita l’erogazione dei Vitalizi all’interno dell’ Inps di fatto rendendoli soggetti a tassazione tali   “ESPRESSIONI  DI PARADISI FISCALI”

 

  1. Rinegoziazione di tutti i contratti nel settore pubblico fissando un tetto retributivo per gli incarichi : 80-100.000 euro se all’interno del perimetro comunale 100-120.000 euro a livello regionale e 150.000 euro a livello statale  .

Non è più accettabile che un assessore alla sanità di una provincia possa guadagnare più del ministro della sanità della Germania o che un comandante dei Vigili urbani di una città con meno di 300.000 abitanti possa avere una retribuzione , comprensiva dei premi, molto vicina se non addirittura superiore a quella del capo dell’F.B.I. degli Stati Uniti  che di cittadini da controllare ne ha 300 milioni .

Questo è un punto molto controverso ma anche amaro : i veri responsabili del disastro finanziario sono stati anche gli enti locali i quali dalla seconda metà degli anni 80 hanno goduto della copertura finanziaria dello stato dando vita ad uno scempio di risorse finalizzato all’arricchimento personale e dei propri cari attraverso la creazione di una scellerata proliferazione di Aziende Partecipate che di fatto erano il braccio operativo di clientelismi elettorali e politici.

 

  1. possibilità di scaricare per tutti i costi di  trasporto per recarsi     al posto di lavoro :infatti ora chi ha la possibilità di scaricare tali spese potrebbe avere un vantaggio fiscale dall’aumento del prezzo dei carburanti , in virtù delle aliquote progressive ,  mentre le altre figure professionali otterrebbero solo un aggravio .Ovviamente tale regime fiscale dovrebbe essere esteso anche ad altre spese sostenute ma con una certa gradualità.

 

  1. per tutti gli incarichi NON elettivi nelle aziende partecipate da Enti locali deve valere la CLAUSOLA DELLO STAGISTA che prevede che a tali incarichi il Nominato debba avere le stesse credenziali professionali richieste allo stagista , quindi laurea lingua straniera etc. Non è più possibile trovarsi come assessori ex venditori di enciclopedie porta a porta o analfabeti economici promossi solo per una breve militanza sindacale o politica .

 

  1. di fronte al settore privato in difficoltà anche per la crescente ed ottusa spinta alla delocalizzazione produttiva ,ora finalmente ma tardivamente criticata anche dalla Università di Harvard ,  nella P.A. deve essere introdotto il principio della liquidità in base alla quale  quando  un ufficio risulta sovra strutturato in un determinato periodo allora  si possono spostare gli addetti ad altri uffici che nel medesimo periodo sono invece oberati di pratiche .

 

  1. in considerazione che circa l’80% del budget regionale viene destinato alla spesa sanitaria , determinando di fatto il fallimento della politica di decentramento , obbligo di pubblicazione dei prezzi e dei termini di acquisto dei beni strumentale e medicinale delle varie ASL .

 

  1. dimezzamento dei fondi di incentivi alle imprese che altro non sono se non uno strumento con il quale la classe politica può indirizzare e condizionare la propria attività ed il rapporto con gli elettori.

Infine una triste considerazione di natura culturale che finora non ha ottenuto alcuna attenzione .

A partire dal 2008 quindi all’inizio di questa crisi che si protrae ormai da quattro anni sono sparite dal lessico comune di economisti e politici i termini “ economia-postindustriale “ e “ società dei servizi”.

Due concetti che hanno influenzato le politiche economiche di tutti i governi a partire dalla fine degli anni 70 in poi sottendendo che il sistema industriale italiano era di fatto sacrificabile alla idea di new economy prima individuata nella net economy successivamente nella economia “ post industriale “ o” economia dei servizi “.

Ed in questo va anche sottolineata la mancanza di autorevolezza e peso politico che Confindustria di fatto ha dimostrato nell’ultimo ventennio non riuscendo a contrastare  tale strategia economica e poi accettando anche al proprio interno l’espressione manageriale di quelle aziende che Gestiscono servizi in esclusiva sul territorio che nulla hanno a che vedere con la competizione alla quale invece è soggetto il sistema industriale italiano che  ancora oggi primeggia nel settore  definito della 4A :

1 abbigliamento – calzaturiero e pelletteria

2  agro-alimentare e vinicolo

3 arredamento

4  automazione ed  auto motive .

Una importate scelta sarebbe se questo governo partisse dal postulato che la sola ed unica creazione di ricchezza è rappresentata dalle felice sintesi di una idea con una materia prima ( sia essa un prodotto od un servizio ad esso collegato non ha alcuna importanza ) e da questa base  riportare al centro della attenzione il sistema industriale composto tanto da aziende internazionali e proprietarie di brands importanti ed internazionali ma che poggiano spesso  su di un network di contoterzisti ed aziende di servizi specializzate  che sono i primi ad essere sottoposti alla concorrenza dei paesi a basso costo di manodopera.

Comprendere che il Turismo e la cultura sono certo settori fondamentali per la nostra economia e che devono sicuramente essere sviluppati , ma si inseriscono a ricchezza creata cioè possono determinare gli indirizzi di spesa dei consumatori tra più offerte e solo successivamente influenzare tutto il settore industriale che sottende al settore turistico .

Per concludere il nostro sistema economico  ha degli ottimi fondamentali  grazie ad un sistema industriale forte e sempre orientato ai mercati internazionali ma al tempo stesso da sempre esposto alla concorrenza .

Il vero problema viene dai settori protetti della nostra economia , gestori di servizi locali e nazionali, se come risulta da vari studi il nostro debito è stato creato sostanzialmente per pagare stipendi e pensioni tanto da portare  alla ridicola percentuale del 1% delle spese in conto capitale .

Infine una nota storica per comprendere da quanto il nostro Paese non affronti i problemi reali .

Nel 1973 il giornalista Alberto Ronkey intervistò il segretario di un partito al quale chiese quali fossero le prospettive economiche italiane . A quella domanda il politico rispose che una nazione con 5

( cinque ) milioni di invalidi non poteva avere un futuro economico florido .

Ora non è importante ricordare chi fosse questa personalità politica ma da quanto tempo non si affrontano i reali problemi del nostro Paese .

 

Dott.   Francesco Pontelli – Corso del popolo 85 – 30172 Mestre Venezia – Cell. 368 7339188

  • consulente stile e marketing Tessile Abbigliamento pressoassociazioni di categoria e aziende
  • docente idoneo presso Politecnico di Milano

 


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