Ideacomo addio, dopo la fiera chiude anche la società
luglio 14 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Como, Eventi, NewsLa crisi del tessile
E quest’anno termina pure la partnership con Milano Unica. Pisani: «Sarà rinnovata»
Ideacomo chiude i battenti. Resta il marchio, di proprietà di Confindustria Como, ma la società – sotto il profilo giuridico – non esiste più. Niente più segreteria, niente più sede a Cernobbio. Una parabola inevitabile, poiché Ideacomo due anni fa era aveva ceduto ogni competenza operativa a Milano Unica. E così, il presidente del consorzio – Beppe Pisani – alla scadenza della società, fondata nel 1975, quest’anno ha deciso di non andare dal notaio, e lasciar così decadere Ideacomo. Tutt’altra questione è invece il marchio, che continuerà a comparire in Milano Unica. Per la logistica, Ideacomo si appoggerà a Confindustria Como.
LA DECISIONE
La scelta di chiudere la società di Ideacomo in realtà nasce quasi a inizio anno, proprio perché l’assenza di operatività del consorzio non giustificava i costi fissi di personale e affitto. Pisani e i consiglieri, quindi, al momento di rinnovare la società dal notaio hanno optato – per usare le parole dello stesso presidente – di «parcheggiare temporaneamente Ideacomo in Confindustria». «Nel 2011 Ideacomo scadeva, come società, in termini giuridici – spiega Beppe Pisani – perciò dovevamo fare una scelta: o chiuderla, oppure rinnovarla per altri venti, trent’anni. Poiché l’operatività di Ideacomo, come organizzatrice diretta di eventi, non esiste più, si è pensato di mantenere solo il marchio. Era inutile creare un’altra struttura, con sede e segreteria».
Il presidente del consorzio assicura che «in pratica non è cambiato nulla», poiché «sono stati eliminati uffici, segreterie e affitti che, in assenza di un ruolo operativo di Ideacomo, era inutile mantenere». Osservazione condivisibile. Ma di fronte a un Pisani che invita a «non considerare morta Ideacomo», viene però naturale rispondere che il consorzio continua a perdere di sostanza. Prima la delega dell’attività operativa a Milano Unica (2009), ora il mancato rinnovo della società. «È vero, Ideacomo ha perso sostanza – ammette Pisani – eppure, secondo me, non l’ha persa ora, ma quando ha smesso di organizzare fiere o missioni all’estero».
Insomma, con un’Ideacomo svuotata – se non del marchio – la chiusura della società, fa intuire Pisani, era un passaggio naturale.
L’ACCORDO CON MILANO
Pisani più di una volta spiega che la decisione di lasciar decadere la società è dovuta al fatto che «Ideacomo non era più operativa». Per capire questo passaggio, bisogna fare un passo indietro al 2009, anno dell’alleanza con Milano Unica. Il marchio veniva ceduto ai milanesi per consentire – comunicato stampa alla mano – «alla società che organizza Milano Unica una razionalizzazione della gestione», nell’ambito della fiera meneghina. In virtù di un accordo firmato con Sitex (la società che organizza Milano Unica) Ideacomo cedeva a quest’ultima «la gestione delle questioni tecniche, organizzative e amministrative relative alle aziende che parteciperanno a Milano Unica». Una soluzione, si leggeva sempre nel comunicato del 2009, «resasi necessaria in seguito alla nuova organizzazione logistica che sarà attiva a partire dalla prossima edizione della manifestazione».
Ideacomo però non sparirà da Milano Unica, assicura Pisani; la partnership siglata nel 2009 scade quest’anno, ma secondo il presidente verrà rinnovata. «Non c’è rischio che Ideacomo scompaia. Siamo tra i fondatori di Milano Unica, è interesse anche loro tenerci. E il marchio di Ideacomo è sempre di proprietà di Confindustria. L’abbiamo “parcheggiata” lì», conclude.
Andrea Bambace
(da Corriere di Como)