La filatura italiana nel 2012-2013
luglio 3 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Carpi, Como, News, PratoNota a cura di: Federazione Tessile e Moda per: Pitti Immagine Filati
1.Il bilancio settoriale del 2012
Nel 2012 la filatura italiana è in decrescita, archiviando un -7,8 % su base annua
Dopo un biennio decisamente espansivo, conseguenza del recupero post crisi 2009 e dell’impennata dei prezzi delle materie prime, l’industria italiana della filatura (in questa accezione comprensiva di filati lanieri, cotonieri e linieri) nel 2012 cambia passo, sperimentando un ripiegamento dei risultati settoriali e confermando sostanzialmente le previsioni rilasciate in occasione della fiera di Gennaio. Il fatturato del comparto è calato del -7,8%, portandosi a poco più di 3,1 miliardi di euro.
Nonostante la crescita dei valori medi unitari all’export il bilancio settoriale risulta appesantito dai cali produttivi nonché dalla contrazione della domanda sia estera sia soprattutto nazionale. Proprio il consumo apparente, al lordo delle scorte, è stimato in calo del -14,2%.
Nel 2012 l’export settoriale non ha certo brillato anzi si è verificato un decremento delle vendite estere di rilievo pari al -6,8%. Complessivamente il fatturato estero settoriale è rimasto prossimo a 930 milioni di euro. Contestualmente l’import, dopo un biennio di crescita su ritmi estremamente vivaci, ha archiviato il 2012 con una flessione pari al -20,3% corrispondente a poco più di 850 milioni di euro.
Come anticipato nella precedente nota diffusa nel Gennaio 2013, il saldo commerciale della filatura italiana, torna positivo per 78 milioni di euro, più che compensando quindi il deficit accusato lo scorso anno. Tuttavia, il risultato è da ascriversi in primis alle performance del filato cardato in lana; viceversa, nel 2012, resta negativo il saldo del filato di cotone, ma anche di lino e del pettinato in lana.
2. La congiuntura nel primo trimestre del 2013
Per l’industria italiana della filatura, primo anello del Tessile-Moda, il 2013 si apre con la prosecuzione del trend negativo. I risultati dell’Indagine Congiunturale svolta da SMI su un campione di aziende associate alla Federazione e operanti nel comparto della filatura laniera e cotoniera presentano, per il primo trimestre dell’anno, un calo superiore al 10% per il fatturato sia per la filatura laniera sia per la filatura cotoniera. Da notare, tuttavia, i segnali confortanti emersi dalla raccolta ordini, sia nazionale sia estera, riferita alla filatura laniera (+7,7%).
Nel 2012 l’export è calato del -6,8%, l’import è decresciuto del -20,3%. In positivo nel 2012 il saldo commerciale con l’estero della filatura italiana. Per la filatura il 2013 si apre con la prosecuzione del trend negativo, per il primo trimestre si registra un calo a doppia cifra del fatturato. Le perdite più gravi hanno interessato i filati di lana cardati e pettinati
In positivo nel 2012 il saldo commerciale con l’estero della filatura italiana …l’import è decresciuto del -20,3% Inoltre, guardando ai dati di commercio estero, sempre relativi ai primi tre mesi del 2013, l’import ha rallentato la decrescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente registrando una flessione del -9,8%. Contestualmente l’export della filatura segna una flessione pari al -9,9%.
Nel primo trimestre del 2013, sulla base dei dati ISTAT disponibili, si ottiene uno spaccato di maggior dettaglio relativamente all’interscambio con l’estero per le merceologie in esame. Nei primi tre mesi del 2013, tutte le merceologie qui analizzate presentano un andamento negativo sia per le importazioni sia per le vendite estere, eccezione fatta per le esportazioni di filati per aguglieria (+13,5%) e per le importazioni dei filati di cotone (+1%). Le perdite più gravose, sia nel caso dell’import sia nel caso dell’export, hanno colpito i filati di lana: i filati cardati hanno assistito ad una contrazione pari al -13,3% per l’export e pari al -11,4% per l’import, mentre i filati pettinati hanno evidenziato una flessione del -11,4% per le vendite estere e del -19,4% per le importazioni. Anche i filati chimici/lana hanno registrato un decremento a doppia cifra (-21,2% export; -10,7% import).
Se si osserva la dinamica a quantità, nel caso dell’export tutti i filati qui esaminati evidenziano delle contrazioni, pur di ampiezza molto variabile, comprese tra un -31,7%, accusato dai filati di chimici/lana, e un -4,3% registrato dai filati di cotone. Di contro le quantità importate, registrano un aumento, con l’eccezione dei filati pettinati e quelli chimici/lana. Nel medio periodo, al di là della performance evidenziata nel primo trimestre 2013, se si valutano e si confrontano i livelli raggiunti dalle vendite estere nei soli primi tre mesi dell’anno, si rileva come l’export sia di filato cardato sia di filato pettinato, pur a valore corrente (e quindi al lordo dell’effetto prezzi) risulti superiore a quanto esportato nel medesimo periodo del 2008; di contro, nel caso del cotone con il dato del 2013 si è tornati al risultato del 2010, sensibilmente inferiore al 2008.
Nel primo trimestre del 2013 Hong Kong si conferma primo mercato di sbocco per i filati di lana anche se in decrescita
Con riferimento ai mercati, Hong Kong primeggia sempre come sbocco per i filati di lana pettinati e cardati, pur mostrando, con riferimento al primo trimestre del 2013, tassi di decrescita. L’export di filati cardati è in flessione del -9,3%, quello di filati pettinati perde il -26,1%. Anche l’export di filati misti chimico/lana si riduce (-18,3%). Le vendite estere di filato pettinato presentano crescite in Francia e in Romania rispettivamente del +28,5% e del +2,8%. Verso la Francia, invece, si riducono le vendite di filati di cotone (-5,2%) e quelle di filati misti chimico/lana (-17,9%). Fatta eccezione per la Repubblica Ceca (+3,3%) e per l’Austria (+16,7%), i tradizionali primi mercati di sbocco dei filati di cotone sperimentano delle contrazioni: la Germania cala del -6,8% e la Spagna del -4,2%.
In un contesto caratterizzato da grande incertezza e da non pochi nodi irrisolti sul fronte economico e politico, il Tessile-moda, e in particolare la filatura, potrebbe trovare ancora ostacoli per una pronta ripartenza. Pur tuttavia, la qualità e il pregio del filato italiano costituiscono un plus sul mercato, in grado di assicurare il favore della domanda sia estera sia nazionale. Proprio l’occasione fieristica di Pitti Filati consentirà agli addetti ai lavori di focalizzare meglio gli orientamenti dei buyer e intuire le prospettive che si potranno dischiudere nel più immediato futuro.