Moda, Tessile, Abbigliamento

Le etichette? “Trasparenti” (Finalmente!!!)

novembre 23 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia, News

Finalmente sarà possibile sapere con certezza se il capo d’abbigliamento che stiamo acquistando è stato confezionato con parti di pelli o pellicce animali. Nei giorni scorsi, infatti, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento UE 1007/2011, nel cui articolo 12 viene stabilito quanto segue: «La presenza di parti non tessili di origine animale nei prodotti tessili è indicata con la frase “Contiene parti non tessili di origine animale” sull’etichetta o sul contrassegno di tali prodotti al momento della loro messa a disposizione sul mercato».
La nuova disposizione europea specifica inoltre: «L’etichettatura o il contrassegno non sono fuorvianti e sono presentati in modo che il consumatore possa facilmente comprenderli». Dall’8 maggio 2012 la dicitura sarà obbligatoria per tutti i capi ed accessori confezionati con pelle, cuoio, pellicce o piume e messi in vendita in Europa a partire da quella data, a prescindere dalla quantità di parti di origine animale presenti. I prodotti già immessi sul mercato prima dell’entrata in vigore dell’obbligo di etichettatura potranno essere commercializzati sino al 9 novembre 2014. «Ad oggi, i consumatori italiani ed europei leggendo l’etichetta non sono in grado di riconoscere se un prodotto tessile è confezionato con pelliccia animale – ha commentato Simone Pavesi, responsabile Lav campagne antipellicce –, ma grazie al nuovo provvedimento comunitario potranno essere consapevoli di cosa stanno acquistando e orientarsi senza errore verso prodotti fur-free, evitando così di contribuire alla sofferenza e all’uccisione di tanti animali».
Con l’obbligo di trasparenza sull’etichettatura un primo, importante obiettivo è stato quindi raggiunto, ma nonostante questo passo in avanti nella legislazione europea a favore del rispetto degli animali sarà necessario aspettare ancora prima di vedere indicato sull’etichetta dei capi il Paese di provenienza, quel «made in» fondamentale per avere una completa tracciabilità del prodotto: secondo quanto stabilito dall’articolo 24 del Regolamento 1007/11, infatti, la Commissione UE dovrà presentare entro il 30 settembre 2013 «una relazione sulla fattibilità di tale sistema di etichettatura e altre informazioni supplementari» a cui potranno fare seguito proposte legislative.
Gli animalisti incrociano le dita, ed intanto commentano positivamente quanto di recente stabilito dalla normativa europea: «L’etichettatura obbligatoria delle pellicce è uno strumento importante per assicurare la trasparenza nel mercato e per non ingannare i consumatori – ha aggiunto Pavesi della Lav – ed è un traguardo cui ha contribuito la Lav, con le altre associazioni animaliste componenti della coalizione internazionale Fur Free Alliance, proponendo e dando sostegno a specifici emendamenti quando il nuovo Regolamento era ancora in discussione presso la Commissione UE per il Mercato Interno e la Tutela del Consumatore».

(da Gazzetta di Parma)


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