“Quale futuro per il tessile italiano?” Se ne è parlato a Busto Arsizio
maggio 30 | Pubblicato da Luigi Sorreca | NewsBusto Arsizio – Si è svolto venerdì 27 maggio presso la Sala Tramogge di Busto Arsizio, il convegno “Quale futuro per il tessile italiano?” dove sono intervenuti esponenti del mondo politico, universitario, istituzionale e imprenditoriale.
L’Europarlamentare Lara Comi ha affermato “con il regolamento sul tessile chiuso a Bruxelles il 10 maggio scorso si è aperto un nuovo capitolo per l’Italia e l’Europa, infatti si è approvato il nuovo regolamento sull’etichettatura di prodotti tessili.” Il regolamento riunisce tutta la legislazione esistente relativa ai nomi dei prodotti tessili e all’etichettatura in un unico testo di immediata applicazione al fine di evitare l’onere amministrativo cui si espongono gli Stati membri quando traspongono, nella legislazione nazionale, gli adattamenti tecnici richiesti ogni volta che il nome di una nuova fibra tessile viene aggiunto alla lista armonizzata dei nomi delle fibre. Esso impegna la Commissione Europea al elaborare una proposta legislativa per l’adozione di nuovi sistemi di etichettatura che contengano maggiori informazioni sulle caratteristiche e la provenienza del prodotto tessile. Il sottosegretario allo sviluppo economico, Catia Polidori ha aggiunto “la politica deve fare qualcosa per il tessile, che rappresenta una voce importante del Pil del paese. Stiamo reggendo e ci siamo attestati sui valori del 2004, e rispetto a paesi, come la Germania e la stessa Francia, che sono tornati ancor prima del 2004, dobbiamo ritenerci soddisfatti. Gli strumenti che dobbiamo mettere a disposizione sono, senza dubbio il regolamento approvato dalla Comi il 10 maggio, ma anche una buona legge anticontraffazione, risorse a fondo perduto per la ricerca, come richiesto dagli industriali, , accesso al credito piu’ snello, tracciablità e trasparenza“. In sala qualche perplessità sulla ricetta, sebbene si apprezzi lo sforzo, ma i risultati sembrano, nella visione deli operatori, poco efficaci.
L’Associazione ex Allievi e Sostenitori Itis Busto insiste sulla necessità primaria di verificare quali e quante energie il nostro Paese intende riservare al futuro delle aziende tessili italiane e dell’Istruzione Tecnica inoltre, segnala che le aziende si aspettano dai nuovi diplomati una formazione coerente con un mondo lavorativo in continua evoluzione, sia per materiali, sia per forme di approvvigionamento.
Secondo il Prof. Alfredo Cigada, docente Politecnico di Milano, uno tra gli elementi fondamentali per una ripresa efficace dell’economia sia la capacità di innovare e la volontà di fare ricerca da parte delle aziende. In questo momento l’Università ed i centri di ricerca sono particolarmente aperti alla collaborazione con le aziende dove la figura del docente da piena disponibilità alla ricerca industriale o applicata. Uno dei modi per rafforzare la collaborazione tra Università e Imprese è quello di accedere a finanziamenti pubblici dove la Regione Lombardia sta prestando attenzione alle proprie aziende e cerca di aiutarle con bandi che mirano anche a definire quali saranno i filoni meritevoli di attenzione e cura nei prossimi anni. Si ritiene che la capacità di consorziarsi delle piccole medie imprese, anche per proporsi su mercati esteri, sia un notevole valore aggiunto. La partecipazione ai bandi viene spesso vista come un onere burocratico che tiene lontane le PMI dalla ricerca finanziata; anche in questo caso la situazione è in rapida evoluzione; sono nati enti che oltre a preoccuparsi di tenere vivo il rapporto imprese Università, si occupano della gestione e della burocrazia dei progetti.