Un rating alle aziende di moda per valutare la sostenibilità delle loro produzioni
maggio 26 | Pubblicato da Luigi Sorreca | NewsE’ l’iniziativa intitolata ‘Social dress’, presentata dalla Provincia di Milano e dall’Università Bocconi in occasione del salone ‘Dal dire al fare’
Milano, 26 mag. – (Adnkronos) – Un rating alle aziende di moda per valutare sostenibilità delle loro produzioni. E’ l’iniziativa intitolata ‘Social dress‘, presentata dalla Provincia di Milano e dall’Università Bocconi in occasione del salone ‘Dal dire al fare’. Tutto ciò, spiega Giorgio Fiorentini, docente di Management delle imprese sociali dell’Università Bocconi, ha “un significato di tipo valoriale e sociale perché dà un messaggio all’anima per quelle che sono le aziende che fanno moda. E un significato economico, perché il mercato in quanto tale è in una evoluzione fortissima per quanto riguarda la percezione dei valori sociali dei prodotti. Quindi, ha una doppia valenza”. (VIDEO)
L’idea nasce in prospettiva dell’Expo 2015, “per lanciare – chiarisce Fiorentini – una Guida dove tutte le linee di distribuzione della moda possano dichiarare qual è il loro valore sociale e questo valore sociale verrà pesato con un rating. Ad esempio, con una selezione di tre vestiti a ciascuno dei quali sarà associato un valore sociale. Questo potrà essere esposto e applicato ai prodotti”.
Insomma, “una responsabilità sociale che fa anche business ed è in linea con gli obiettivi Expo 2015“. Sostenibilità che diventa dunque un “volano” per la responsabilità delle imprese. Ed è chiaro che “certe caratteristiche di qualità del prodotto e qualità sociale sono elementi che danno valore aggiunto in termini di utilità”.
Fiorentini cita a mo’ di esempio il fatto che “usare coloranti che non nuocciono alla salute è un valore sociale; il fatto che ci sia trasparenza sulla supply chain e che il prodotto sia a ‘km 0′ diventa elemento economico”.
E ancora, “il fatto che ci sia poca Co2 diventa un fatto economico, così come l’integrazione etnica tra coloro che lavorano”. “Abbiamo anche inserito la linea delle imprese sociali che si trovano nelle carceri, dove ci sono – evidenzia – cooperative sociali che fanno prodotti fashion, dove il vantaggio è che le persone hanno una retribuzione e dunque una loro sostenibilità”.
“Interessante” infine per il professore è “il fatto di fare percepire che Milano e provincia hanno un network di linee distributive di moda sociale di ‘sdressing’ che può dare questo valore aggiunto”.